Riporto di utili a nuovo e abuso di maggioranza
L’abuso di potere è causa di annullamento delle deliberazioni assembleari quando la deliberazione: a) non trovi alcuna giustificazione nell’interesse della società; b) sia il risultato di una intenzionale attività fraudolenta dei soci di maggioranza diretta a provocare la lesione dei diritti di partecipazione e degli altri diritti patrimoniali spettanti ai soci di minoranza uti singuli. Ai fini probatori, sono utilizzabili le figure sintomatiche dell’eccesso di potere elaborae dalla giurisprudenza amministrativa
Pur non sussistendo un diritto dei soci all’utile netto d’esercizio sino a che non sia intervenuta una delibera assembleare circa la destinazione dell’utile stesso a dividendo, vi è certamente l’aspettativa legittima dei soci ad un compenso adeguato all’investimento effettuato, ovvero equo e ragionevole, che non comprima il valore della partecipazione. Anche in questa materia è pertanto possibile il riesame dell’esercizio del potere dell’assemblea che può portare all’annullamento della deliberazione nel caso in cui venga dimostrato – anche per presunzioni – che un interesse extrasociale abbia indotto la maggioranza a pretermettere i diritti individuali dei singoli azionisti, facendo un uso distorto ed abusando del potere discrezionale che le compete per legge.
A differenza di quanto attiene alla distribuzione degli utili, i soci di minoranza non sono titolari di una legittima aspettativa in relazione né al numero dei membri del consiglio né all’individuazione dei partecipanti al medesimo.