Nullità della delibera di aumento di capitale e asserita falsità della situazione patrimoniale posta a fondamento della delibera votata
In un giudizio di nullità di delibera di aumento di capitale di srl per asserita falsità della situazione patrimoniale posta a fondamento della delibera stessa, la contestazione di parte che si fondi unicamente sulla constatazione della diversità della situazione patrimoniale portata in votazione rispetto ad una bozza precedentemente elaborata e rilasciata in visione che dava atto di maggiori perdite e di una conseguente situazione di patrimonio netto negativo non è sufficiente a provare l’esistenza di una falsata rappresentazione della situazione patrimoniale medesima. Ciò a maggior ragione laddove emerga dal verbale assembleare in atti che la questione era stata espressamente sollevata in corso di lavori e che in quella sede la maggioranza dei soci aveva ritenuto soddisfacenti le spiegazioni fornite dagli amministratori circa la correttezza delle stime proposte nel (secondo) documento concretamente portato in votazione.
In tale contesto può certamente spettare al giudice una autonoma valutazione circa la correttezza o meno del documento in oggetto: a tale incombenza il giudice può e deve procedere nel rispetto degli oneri di allegazione e di prova propri dell’attore, oneri che non risultano minimamente assolti se la parte si limita a produrre le due bozze di bilancio (che di per sè non consentono alcuna valutazione) e non anche la documentazione contabile di riferimento, certamente acquisibile in sede di ispezione ex art 2476 cc o di cui, in estrema ratio, si potrebbe richiedere l’esibizione ex art 210 cpc.
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Giovanni Battista Barillà
Professore Associato di Diritto commerciale presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università degli Studi di Bologna, Avvocato in Bologna, è autore di articoli e monografie in materia di diritto commerciale...(continua)