Art. 131 c.p.i.
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Valutazione del tempo trascorso dal verificarsi dell’evento dannoso ai fini del periculum in mora
Il periculum in mora deve essere escluso allorché tra il verificarsi dell’evento prospettato come dannoso e la proposizione della domanda cautelare sia decorso un apprezzabile periodo di tempo, quando la situazione prospettata come pregiudizievole era ben nota alla parte che si assume lesa, dato che [ LEGGI TUTTO ]
Il fumus boni juris ed il periculum in mora nel giudizio cautelare per la contraffazione di brevetto
Anche nel diritto industriale i requisiti della probabile fondatezza del diritto di azione e dell’incombenza sul diritto di un pregiudizio da intempestività o infruttuosità nel tempo necessario per conseguirne la tutela in sede di plena cognitio debbono concorrere, sia pure in varia e calibrata proporzione, al fine dell’instaurazione di un procedimento cautelare. [ LEGGI TUTTO ]
Requisiti per la concessione di un decreto inaudita altera parte in relazione a prodotti di uso comune
Deve ritenersi sussistente il requisito del periculum in mora quando – in generale – in considerazione delle caratteristiche proprie dell’illecito denunciato, esso sia suscettibile di incidere in modo difficilmente quantificabile e potenzialmente irreversibile sugli equilibri di mercato, caratteristiche tali quindi da integrare una sorta di pregiudizio in re ipsa; deve inoltre [ LEGGI TUTTO ]
Inibitoria per contraffazione di marchio
La marcatura “SE” su determinati bene sta a significare la loro teorica commerciabilità (per livello qualitativo) nello Spazio Europeo, ma non attesta un consenso del produttore in tal senso, che deve riguardare in concreto il prodotto commerciato.
Reclamo avverso ordinanza cautelare
E’ inammissibile il ricorso cautelare volto a chiedere la dichiarazione della nullità e/o inesistenza di altra ordinanza cautelare emessa in altro procedimento, in quanto lo strumento predisposto a tal fine dall’ordinamento è il reclamo di cui all’art. 669 terdecies c.p.c. e, nelle more della procedura di reclamo, la richiesta di sospensione di cui al comma 5 della medesima norma.
Titolarità di marchi di fatto in capo a società e associazioni sportive
Un’associazione non riconosciuta può essere titolare di un marchio di impresa, anche di fatto, e può quindi invocarne la tutela anche nei confronti di società. Deve ritenersi in astratto tutelabile un marchio corrispondente ad una denominazione geografica, purchè esso non si esaurisca nella mera indicazione geografica (nel caso di specie trattasi della denominazione di una squadra di calcio, il cui nome riproduce in parte quello di una cittadina ligure).
Il diritto di privativa accordato al titolare del marchio non ricomprende anche il “format” dell’attività
Il diritto di privativa accordato dalla legge al titolare del marchio non può estendersi anche agli elementi identificativi dell’attività che ha luogo sotto di esso, quasi che la titolarità del marchio consentisse al suo proprietario in considerazione della sua diretta riferibilità ad uno specifico “format” imprenditoriale di riservarne solo a sè stesso l’esercizio, [ LEGGI TUTTO ]
Marchio debole e marchio forte e intensità della tutela
La nozione di identità di segno distintivo, rilevante ai fini della fattispecie considerata dall’art. 20, lett. a), c.p.i., presuppone la simmetria sostanziale e numerica dei componenti degli elementi posti in comparazione. Il rischio di associazione tra i segni ex art. 20 lett. b) c.p.i. si verifica allorquando il consumatore, pur rendendosi conto che i segni distintivi in conflitto sono di titolarità di due imprese diverse e che pertanto [ LEGGI TUTTO ]
Ricorso per descrizione ex art. 129 c.p.i. ante causam e presunzioni
A tutela dell’interesse alla riservatezza e del diritto di difesa della parte resistente, grava sul ricorrente l’onere di dimostrare il requisito del fumus boni iuris per la concessione delle misure cautelari regolate dal c.p.i., le quali, pertanto, non possono assumere carattere esplorativo.