Art. 183 c.p.c.
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Competenza sulla domanda relativa ai compensi dell’amministratore di società di capitali. Limiti alla modificazione della domanda in sede istruttoria.
La controversia tra una società di capitali e un proprio amministratore relativa al pagamento dei compensi per l’esercizio delle funzioni gestorie rientra nell’ambito dei “rapporti societari” cui fa riferimento l’art. 3, co. 2, lett. a) del d. lgs. n. 168 del 2003 ai fini dell’individuazione della competenza per materia delle Sezioni Specializzate in materia di impresa. Il rapporto fra l’amministratore e la società è, infatti, funzionale – secondo la figura della c.d. immedesimazione organica – alla vita della società. In altri termini, tale rapporto è rapporto “di società” perché serve ad assicurare l’agire della società e non è pertanto assimilabile né ad un contratto d’opera, né tanto meno ad un rapporto di tipo subordinato o parasubordinato. Quindi, il consigliere d’amministrazione e la società sono legati da un rapporto di tipo societario che, appunto in considerazione dell’immedesimazione organica che si verifica tra persona fisica ed ente e dell’assenza del requisito della coordinazione, non è compreso fra quelli previsti dal n. 3 dell’art. art. 409 c.p.c. (Cfr. Cass. n. 4769/2014; Cass. ord. n. 14369/2015; Cass. n. 2759/2016; Cass., S.U., n. 1545/2017). [ LEGGI TUTTO ]
L’attore che reclami la corresponsione del prezzo per la cessione di un pacchetto azionario deve produrre il titolo contrattuale sottostante, al fine di dimostrare l’onerosità del trasferimento
Non può essere accolta la domanda di pagamento del prezzo di un pacchetto azionario, laddove non sia prodotto il titolo contrattuale sottostante, giacché la mancata produzione di tale titolo impedisce di ritenere provata una cessione onerosa delle azioni. [ LEGGI TUTTO ]
La legittimazione ad agire del titolare di impresa individuale. Il recesso unilaterale dal contratto preliminare
Opponibilità della sentenza pronunciata contro un consorzio alle imprese consorziate. Principio della ragione più liquida.
Alla luce del principio per cui la sentenza pronunciata tra il creditore e uno soltanto dei debitori in solido non ha effetto contro gli altri condebitori (art. 1306 co. 1° c.c.), la sentenza pronunciata (in un primo giudizio) unicamente contro un consorzio non può essere opposta (in successivo giudizio) alle imprese consorziate. Dunque, in quel contesto, la domanda [ LEGGI TUTTO ]
La domanda di retroversione degli utili. La divulgazione di un provvedimento giudiziario
La retroversione degli utili ex art. 125, comma 3, c.p.i. è un autonomo rimedio non risarcitorio svincolato dai profili soggettivi della condotta richiesti invece per la domanda di risarcimento del danno. La relativa domanda deve essere espressamente richiesta entro i termini processuali fissati a pena di decadenza – e cioè nell’atto introduttivo e nella prima memoria ex art. 183, comma 1, c.p.c. – non potendosi ritenere implicitamente domandata nell’ambito delle pretese risarcitorie, disomogenee alla retroversione degli utili quanto agli elementi costitutivi.
Eccezione di arbitrato irrituale nell’azione per il pagamento del prezzo di trasferimento di una quota di s.r.l.
L’eccezione di compromesso rituale è assoggettata al medesimo regime previsto per quella di incompetenza, che deve essere eccepita dalla parte interessata a pena di decadenza nella comparsa di risposta e nel termine fissato dall’art. 166 c.p.c. [ LEGGI TUTTO ]
Eccezione di arbitrato e scioglimento della società e successiva costituzione di nuova società da parte dei soci di maggioranza
Ex art. 112 c.p.c., l’eccezione di arbitrato è eccezione in senso stretto, rimessa alla parte e per questa disponibile, come si evince dal chiaro disposto dell’art. 819 ter c.p.c.
Azione di responsabilità contro amministratori e sindaci promossa da una procedura concorsuale: questioni preliminari e di merito
Il giudizio di accertamento di una condotta gestoria non corretta da parte degli amministratori di una società e di una violazione dei doveri di controllo spettanti ai sindaci non dà luogo ad una fattispecie di vero e proprio litisconsorzio necessario sostanziale, ma sussiste un rapporto di “dipendenza” [ LEGGI TUTTO ]
Sopravvenienza dei fatti e allegazioni e produzioni tardive
Quando un’istanza è riferita ad allegazioni e produzioni tardivamente dedotte oltre i termini perentori di cui all’art. 183, co. 6, nn. 1 e 2, c.p.c., la sopravvenienza dei fatti non può giustificarne l’allegazione e la produzione tardiva salvo l’ipotesi in cui, ex art. 153, co. 2, c.p.c., la decadenza sia intervenuta per causa non imputabile alla parte istante.
Esercizio dell’azione sociale di responsabilità per plurime condotte illecite, in particolare per la sistematica gestione dell’impresa sociale in conflitto di interessi
Nell’ambito dell’azione sociale di responsabilità – esercitata nei confronti di alcuni amministratori per l’asserita gestione degli affari sociali sistematicamente rivolta a favorire controparti negoziali riferibili ai medesimi convenuti – l’accertamento di un preciso interesse