Art. 700 c.p.c.
305 risultati
Omesso versamento del socio amministratore di Srl dell’importo prescritto dall’art. 2481 bis, IV co., c.c.: validità delibera aumento capitale, revoca amministratore e rettifica iscrizioni nel Registro Imprese
L’art. 2476, III co., c.c. richiede affinché sia adottato su richiesta anche di un singolo socio il provvedimento di revoca dell’amministratore, che questo si sia reso responsabile di “gravi irregolarità nella gestione” (fumus boni iuris) e che l’attualità o la permanenza di tali comportamenti determini il rischio, sia pur anche solo potenziale, di un pregiudizio imminente e irreparabile per l’interesse sociale (periculum in mora). [ LEGGI TUTTO ]
Effetti dell’esclusione disposta in via d’urgenza del socio accomandatario incaricato della gestione della società sugli ulteriori provvedimenti cautelari richiesti
All’esclusione in via d’urgenza del socio accomandatario incaricato della amministrazione della società per gravi inadempienze ai sensi dell’art. 2286 c.c. consegue il rigetto, in quanto assorbente, della richiesta cautelare di cessazione dai poteri gestori, [ LEGGI TUTTO ]
Diritto di recesso del socio, liquidazione della quota e tutela cautelare
È ammissibile il ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. al fine di ottenere la condanna del Consiglio di Amministrazione di una S.p.A. a determinare il valore della partecipazione del socio receduto. Il rimedio tipico di cui all’art. 2437, ultimo comma, c.c. è infatti funzionale (non già a ottenere una decisione dell’organo amministrativo, bensì) a ottenere la nomina di un perito che stimi il valore delle azioni oggetto di recesso; detto rimedio tipico è inoltre di dubbia ammissibilità laddove la società contesti a monte il valido esercizio del diritto di recesso. [ LEGGI TUTTO ]
Onere della prova in materia di regolare convocazione dell’assemblea. Revoca cautelare dell’amministratore di s.r.l.
Ricade sulla società l’onere della prova della tempestiva e regolare convocazione dell’assemblea.
La costituzione in giudizio della società in persona dell’amministratore deve essere considerata priva di effetti processuali una volta che sia intervenuta la nomina di un curatore speciale.
Revoca cautelare delle funzioni di amministratore in capo al socio accomandatario
Legittimati a chiedere la revoca per giusta causa dell’amministratore ai sensi dell’art. 2259 c.c. (applicabile anche ai soci accomandatari amministratori) sono solo i soci e non la società.
Il requisito del valore artistico e il giudizio di contraffazione nelle opere dell’industrial design
Al fine di verificare se un oggetto di design possiede, o meno, il valore artistico richiesto dall’art. 2 n. 10 della l. 633/1941, è da escludere che le intenzioni, l’eventuale consapevolezza di aver creato un’opera d’arte e l’identità dell’autore [ LEGGI TUTTO ]
Rischio di confusione tra prodotti o servizi: requisito indispensabile per vietare l’uso del domain name
Il titolare del marchio previamente registrato non può vietare di per sé l’uso del segno distintivo in qualsiasi forma, compreso il “domain name”, ove non sussista la confondibilità o l’affinità dei prodotti o servizi; ciò anche nel caso in cui ricorra l’inclusione nella stessa classe, che non è idonea in quanto tale a provarne l’affinità.
Revoca cautelare dalla carica di “director” di una Ltd. inglese
Nel caso in cui lo stesso soggetto ricopra sia il ruolo di director di una limited liability company inglese, sia quello di preposto alla sede secondaria della società nel territorio italiano, l’adozione del provvedimento cautelare di revoca dalla carica di director rende superfluo l’accoglimento della ulteriore richiesta cautelare di revoca del resistente dalla preposizione alla sede secondaria.
Tutela in via d’urgenza del diritto del socio all’ostensione dei documenti sociali
L’impossibilità per il socio non amministratore di procedere al controllo sulla regolare gestione sociale e sull’andamento economico finanziario della società a r.l. per il tramite della normale interlocuzione con gli organi sociali legittima il ricorso in via d’urgenza al Tribunale e, attesa la necessità di collaborazione degli organi sociali, l’emanazione di un provvedimento [ LEGGI TUTTO ]
Elusione di una norma tributaria e (non) contrarietà alla legge del negozio
In mancanza di specifiche disposizioni che sanzionino espressamente con la nullità il negozio giuridico elusivo di una norma tributaria, è esclusa la configurabilità della nullità virtuale del contratto per frode alla legge (art. 1344 c.c.) o per violazione di una norma imperativa (art. 1418, comma 1 c.c.), operando la normativa fiscale e quella civilistica su distinti piani, con la conseguenza che, in mancanza di specifica disposizione di legge comminante detta sanzione, le pattuizioni contenute in un contratto, quand’anche dirette ad eludere, in tutto o in parte, la normativa fiscale, non implicano di per sé la nullità del contratto stesso poiché ogni sanzione per tale elusione si rinviene direttamente nel sistema tributario. Ove non espressamente stabilito dalla legge, solo la violazione di norme inderogabili concernenti la validità del contratto è suscettibile di determinarne la nullità, mentre ciò non avviene nel caso di violazione di norme che, quand’anche imperative, riguardino la condotta dei contraenti, in ipotesi rilevante in altra sede.