Art. 829 c.p.c.
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La clausola compromissoria statutaria va interpretata estensivamente
La clausola statutaria compromissoria, sebbene espressamente si riferisca alle delibere assembleari, va interpretata in maniera estensiva così da comprendere anche le delibere del Consiglio di Amministrazione dal momento che entrambe le tipologie di delibere, in mancanza di clausola compromissoria, sono impugnabili dal socio davanti alla autorità giudiziaria. Una diversa e restrittiva interpretazione si porrebbe come irragionevole e lesiva dei diritti del socio perché porterebbe ad un diverso regime di impugnazione delle delibere sociali.
E’ valida la clausola compromissoria contenuta nello statuto di una società cooperativa che prevede che il collegio arbitrale sia composto da tre membri nominati dal Presidente del Tribunale del circondario ove ha sede la cooperativa.
Nullità del lodo arbitrale per difetto di motivazione
Il difetto di motivazione rende nullo il lodo arbitrale solo se la motivazione è del tutto assente o non consente l’individuazione della ratio decidendi, che risulta incomprensibile. Come già osservato dalla giurisprudenza, infatti, il vizio è ravvisabile soltanto nell’ipotesi in cui la motivazione del lodo manchi del tutto ovvero sia a tal punto carente da non consentire l’individuazione della “ratio” della decisione adottata o, in altre parole, da denotare un “iter” argomentativo assolutamente inaccettabile sul piano dialettico, tale da risolversi in una non-motivazione (così Cass. 12321/18).
Patti parasociali a durata determinata: nullità dell’obbligo di preavviso annuale
Nei patti parasociali con termine di durata non superiore ai cinque anni, deve considerarsi nulla la previsione di un tacito ed automatico rinnovo correlato alla mancata disdetta da parte del socio paciscente entro un anno prima della scadenza, posto che tale onere di comunicazione si sostanzia in un ingiustificabile limite temporale alla libertà assoluta ed incondizionata del socio di decidere di liberarsi dal vincolo pattizio alla sua scadenza.
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Nullità di lodo arbitrale in tema di divieto di concorrenza e responsabilità di amministratore di s.r.l.
La contraddittorietà delle disposizioni, di cui al n. 11 dell’art. 829 c.p.c., è riferibile al contrasto tra le diverse parti del dispositivo, non invece alla contraddittorietà della motivazione o al contrasto tra la motivazione del lodo e il suo dispositivo. Inoltre, il requisito previsto dall’art. 823, comma 1, n. 5 c.p.c. deve ritenersi rispettato quando sia possibile risalire alla ratio decidendi che sottende il lodo, prescindendo da un controllo sulla congruità della motivazione stessa.
Al fine di valutare la violazione del divieto di cui all’art. 2390 c.c., contestata a un amministratore di s.r.l. [ LEGGI TUTTO ]
Lodo irrituale e risarcimento del danno da inadempimento del patto di opzione ‘put’ su partecipazioni societarie
Il lodo irrituale non è impugnabile per “errores in iudicando”, come è invece è consentito dall’ultimo comma dell’art. 829 cod. proc. civ. per l’arbitrato rituale, neppure ove consistano in una erronea interpretazione dello stesso contratto stipulato dalle parti che ha dato origine al loro mandato; e non è più in generale annullabile per erronea applicazione delle norme di ermeneutica contrattuale, ne’ a maggior ragione per un apprezzamento delle risultanze negoziali diverso da quello ritenuto dagli arbitri e comunque non conforme alle aspettative della parte impugnante. [ LEGGI TUTTO ]