Art. 1456 c.c.
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Distribuzione selettiva e tacita accettazione di diverse modalità di vendita.
Può aversi un’autorizzazione per comportamento concludente delle diverse modalità di vendita di un prodotto oggetto di un contratto di distribuzione selettiva, in presenza di una tolleranza prolungata nel tempo da parte del produttore che si è tradotta in una tacita accettazione di diverse modalità distributive.
Contratto preliminare di cessione di quote e clausola risolutiva espressa: la rilevanza della buona fede
Il comportamento delle parti nell’interpretazione delle clausole contrattuali e in tutte le fasi di esecuzione e svolgimento del conseguente rapporto deve essere improntato al rispetto dei principi di correttezza e buona fede e il loro agire va valutato, anche in presenza di una clausola risolutiva espressa, secondo il criterio generale della buona fede. [ LEGGI TUTTO ]
Rinuncia alla condizione risolutiva apposta a un contratto di cessione di quote di S.r.l.
Secondo il più recente orientamento della Corte di Cassazione, la rinuncia alla condizione risolutiva comporta “una modifica contrattuale con rilevante alterazione rispetto al precedente negozio”, che conseguentemente deve essere adottata a mezzo di forma scritta (così Cass. n. 22662/2015).
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Sulla prova della rinuncia alla condizione risolutiva espressa
Il Tribunale aderisce all’orientamento giurisprudenziale secondo il quale la rinuncia alla condizione contrattuale (nello specifico una condizione risolutiva espressa) comporta una modifica contrattuale “con rilevante alterazione rispetto al precedente negozio” e in quanto tale [ LEGGI TUTTO ]
Effetti del fallimento nei contratti di appalto per opere pubbliche
Cessione di quote di srl e clausola risolutiva espressa: gli effetti retroagiscono
Il contratto di cessione di quote di s.r.l. va risolto per inadempimento a decorrere dalla data di ricezione della comunicazione con la quale l’attrice ha inteso avvalersi della clausola risolutiva espressa, non avendo l’acquirente corrisposto [ LEGGI TUTTO ]
Garanzia sulla consistenza patrimoniale nel contratto di cessione di partecipazione sociale
La parte cessionaria di un contratto di cessione di partecipazione sociale non può dolersi del minor valore dei beni facenti parte del patrimonio della società la cui partecipazione è oggetto di cessione – a meno che la parte cedente abbia assunto specifica garanzia al riguardo ovvero qualora il consenso del cessionario sia stato carpito con l’inganno, consistente in malizie ed astuzie volte a celare la reale consistenza patrimoniale – perché oggetto diretto di cessione è la partecipazione sociale e solo indirettamente lo sono i beni facenti parte del patrimonio.
Risoluzione del contratto di cessione d’azienda per grave inadempimento della cessionaria
Nel contenzioso relativo a cessione d’azienda, nel caso in cui, sia invocata una presunta clausola risolutiva espressa, di cui all’art. 1456 c.c., oltre a presunta diffida ad adempiere ex art. 1454 c.c. (da ritenersi non idonea per essere stato assegnato un termine di adempimento inferiore a quello minimo prescritto dal Legislatore), qualora sia dimostrato il grave inadempimento della cessionaria (in specie: mancato pagamento dei ratei residui del prezzo pattuito) e parte cedente chieda comunque [ LEGGI TUTTO ]
Risoluzione per inadempimento di permuta di beni immobili con quote di s.r.l.
La norma di cui all’art. 1525 c.c., secondo la quale il mancato pagamento di una sola rata che non superi l’ottava parte del prezzo non dà luogo alla risoluzione del contratto di vendita con riserva di proprietà, è dettata con esclusivo riferimento a tale fattispecie contrattuale, e non è, pertanto, suscettibile di applicazione analogica con riguardo ad altre figure negoziali, quali una permuta di beni immobili con quote societarie, che preveda a carico di una delle parti l’obbligo di versare all’altra una somma rateizzata a titolo di conguaglio. [ LEGGI TUTTO ]