Art. 1523 c.c.
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Risoluzione per inadempimento di un contratto di cessione d’azienda con riserva di proprietà, risarcimento del danno ed equo compenso
Il creditore che agisce per la risoluzione o per l’adempimento del contratto può limitarsi a fornire la prova della fonte negoziale o legale del suo diritto e, se previsto, del termine di scadenza, e ad allegare l’inadempimento della controparte, spettando al debitore convenuto provare il fatto estintivo, modificativo o impeditivo del diritto.
Il danno subito dal venditore in caso d’inadempimento del compratore sotto il profilo del lucro cessante consiste nel pregiudizio connesso alla mancata disponibilità del bene, cioè nel reddito che l’alienante avrebbe potuto ricavare ove il bene fosse rimasto nella sua disponibilità.
L’inadempimento dell’acquirente in un contratto traslativo con riservato dominio non comporta la risoluzione del contratto
La conseguenza dell’inadempimento dell’acquirente in un contratto traslativo con riservato dominio, in particolare quando la parte di prezzo non pagata non superi l’ottavo del totale, non è né lo scioglimento automatico del contratto (nonostante ogni eventuale patto o clausola risolutiva contraria) né la risoluzione per inadempimento del contratto stesso, bensì più semplicemente il mantenimento della proprietà in capo all’alienante e il diritto di quest’ultima di pretendere dall’acquirente il saldo del prezzo (art. 1525 c.c.).
Risoluzione per inadempimento di un contratto di cessione d’azienda.
In caso di cessione di azienda, il trasferimento dell’attività ceduta con il patto di riservato dominio prima del pagamento integrale del prezzo costituisce inadempimento contrattuale grave e rilevante ex art. 1455 c.c., e ne determina quindi la risoluzione, perché pregiudica gravemente il diritto di garanzia dell’alienante che costituisce l’elemento essenziale nell’equilibrio sinallagmatico delle prestazioni delle parti, onerando, eventualmente, il creditore di un’azione reale di recupero nei confronti del terzo detentore del bene.
Risoluzione del contratto di cessione d’azienda per inadempimento
Risoluzione del contratto di cessione di azienda con riserva di proprietà
Cessione d’azienda con riserva di proprietà: ricorso ex art. 700 per la restituzione dell’azienda ceduta
Il provvedimento d’urgenza ex art. 700 c.p.c. è riservato ai soli casi in cui la domanda di tutela del ricorrente non possa essere soddisfatta mediante un provvedimento cautelare tipico; ne deriva che, ove si controverta circa la proprietà di beni, la domanda [ LEGGI TUTTO ]
Cessione d’azienda e discrimen tra ammessa emendatio e inammissibile mutatio libelli
La modificazione della domanda ammessa ex art. 183 c.p.c. può riguardare anche uno o entrambi gli elementi oggettivi della stessa (“petitum” e “causa petendi”), sempre che la domanda così modificata risulti comunque connessa alla vicenda sostanziale dedotta in giudizio e senza che, perciò solo, si determini la compromissione [ LEGGI TUTTO ]
Sequestro giudiziario e inadempimento del corrispettivo della vendita di azienda con patto di riservato dominio
Nelle more della causa di merito avente ad oggetto la risoluzione di un contratto di cessione d’azienda pacificamente può essere concesso il sequestro giudiziario ai sensi dell’art. 670 c.p.c. per scongiurare in via cautelare la dispersione dei beni aziendali e del relativo avviamento commerciale. [ LEGGI TUTTO ]
Imputazione di pagamento e deroghe alle pattuizioni contrattuali
La dichiarazione di accettazione da parte del creditore dell’offerta reale contenuta in un verbale notarile e la contestuale esazione dei contenuti dell’offerta (nella specie ritiro da parte del creditore di assegni a lui intestati) senza alcuna specificazione di imputazione del pagamento, in ipotesi di obbligazioni tra stessi soggetti, deve intendersi a saldo dell’obbligazione indicata dal debitore. [ LEGGI TUTTO ]
Ammissibilità della tutela cautelare in caso di risoluzione del contratto di cessione d’azienda con riserva di proprietà
Il ricorso ex art. 700 c.p.c. è ammissibile anche nel processo volto alla pronuncia di una sentenza ad effetto costitutivo, posto che il provvedimento cautelare è teso non tanto ad anticipare l’effetto della pronuncia costitutiva, quanto a salvaguardare la futura esecuzione delle condanne accessorie all’accertamento costitutivo.