Art. 2395 c.c.
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Fallimento di s.r.l. e presupposti per l’esercizio dell’azione individuale di responsabilità ex art. 2476, co. 6, c.c.
L’esercizio dell’azione sociale di responsabilità ex art. 2476, co. 3, c.c. è precluso al socio di una società a responsabilità limitata fallita, in quanto, a seguito della dichiarazione di fallimento della società, la legittimazione a proporre tale azione si trasferisce al curatore fallimentare ai sensi degli artt. 43 e 146 l.f. [ LEGGI TUTTO ]
Inadempimento contrattuale del prestatore d’opera intellettuale e risarcimento del danno cagionato alla società
E’ logicamente erroneo calcolare un danno per differenza tra una stima previsionale iniziale ed il costo finale dell’opera realizzata, ponendosi, con ciò, in una prospettiva di carattere patrimoniale: all’esito delle operazioni il committente diviene proprietario di un’opera che – in casi di intervento di radicale ristrutturazione – subisce un aumento di valore pari al costo effettivo dell’intervento. Dunque, quand’anche la previsione iniziale [ LEGGI TUTTO ]
Responsabilità contrattuale e (ir)responsabilità dell’amministratore per debiti sociali
In nessun caso, in materia di responsabilità contrattuale – nemmeno nel caso di danno diretto causato dall’amministratore al terzo creditore in occasione della stipula o esecuzione di un contratto con la Società (artt. 2395 c.c. e 2476, co. 6, c.c.) – l’amministratore risponde dei debiti sociali e il creditore può rivolgersi a lui a tale titolo: il titolo in forza del quale risponde l’amministratore verso il creditore non è contrattuale ma risarcitorio extracontrattuale.
Responsabilità degli amministratori verso terzi. Cumulo di responsabilità contrattuale ed extracontrattuale
In caso di accertato inadempimento contrattuale di una società di capitali, la responsabilità risarcitoria individuale degli amministratori non deriva automaticamente dalla carica ricoperta ma richiede la prova di una specifica condotta dolosa o colposa in violazione dei doveri incombenti sull’organo gestorio, oltre alla dimostrazione del danno e del nesso di causa tra questo e la condotta censurata.
In caso di inadempimento o di inesatto adempimento del venditore, è configurabile a carico di quest’ultimo – oltre alla responsabilità di tipo contrattuale – anche un’ipotesi di responsabilità extracontrattuale soltanto ove il pregiudizio arrecato al compratore abbia leso suoi interessi sorti al di fuori del contratto e aventi la consistenza di diritti assoluti [Nel caso di specie, una società aveva convenuto in giudizio un’altra società e il suo amministratore unico, invocandone la responsabilità per averle venduto sedime con materiale inquinante].
Invalidità del bilancio, impugnazione dei bilanci successivi a quello già impugnato e nomina di amministratore giudiziario ex art. 2409 c.c.
Non può essere dichiarata la cessazione della materia del contendere quando gli effetti di una delibera impugnata siano stati sostituiti da una successiva delibera avente il medesimo oggetto e gli stessi vizi di invalidità della prima, atteso che l’art. 2377, co. 8, c.c., preclude la pronuncia sull’annullamento della deliberazione solo nel caso in cui la delibera impugnata sia sostituita “con altra presa in conformità della legge e dello statuto”.
Azione risarcitoria ai sensi dell’art. 2395 c.c. promossa dal venture capitalist: natura della responsabilità, valore probatorio della sentenza penale di patteggiamento nel giudizio civile e dimostrazione degli elementi costitutivi dell’illecito.
Il parziale mutamento degli elementi fattuali integranti la causa petendi e l’ampliamento del petitum rientrano nei confini della emendatio libelli – come definiti dalla Suprema Corte a sezioni unite, sentenza n. 12310/2017 – quando la domanda così modificata risulta comunque connessa alla vicenda sostanziale dedotta in giudizio con la citazione, senza che le precisazioni effettuate con la memoria ex art. 183, comma 6, n. 1), c.p.c. abbiano compromesso le potenzialità difensive del convenuto o comportato un allungamento dei tempi processuali.
Impugnazione della deliberazione di revoca delle deleghe assunta dall’organo amministrativo di una società cooperativa. Natura della domanda risarcitoria proposta nei confronti di un amministratore, già membro dell’organo amministrativo di una società incorporata.
È noto che, con la riforma del diritto societario, è stata introdotta una specifica regolamentazione dei rapporti fra consiglio di amministrazione e amministratori delegati (art. 2381 c.c.), in forza della quale la delega non spoglia il consiglio di amministrazione delle attribuzioni delegate, determinando solo una competenza concorrente fra i due organi. Il consiglio infatti [ LEGGI TUTTO ]
Dichiarazione del condebitore di adesione alla transazione e dies a quo ai fini della prescrizione dell’azione di responsabilità esercitata dai creditori sociali
La dichiarazione del condebitore di voler profittare della transazione stipulata con il creditore dal condebitore in solido ai sensi dell’art. 1304 co. 1° c.c. integra esercizio di un diritto potestativo sostanziale esercitabile anche nel corso del processo, senza requisiti di forma né limiti di decadenza; il che implica che, una volta esercitato tale diritto [ LEGGI TUTTO ]
Azione di responsabilità ex art. 2393 c.c. e decorrenza del termine di prescrizione
La norma dettata per le società per azioni dall’art. 2393 c.c., comma 4, c.c. deve essere letta in combinato disposto con la regola generale di cui all’art. 2395 c.c., secondo la quale la prescrizione, in ogni caso, “comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”, cosicché, costituendo il danno un elemento della fattispecie produttiva del diritto al risarcimento e non potendo la società agire prima che il danno si sia prodotto, se ne deve concludere che l’azione sociale di responsabilità si prescrive nei cinque anni dalla cessazione dell’amministratore dalla carica ovvero dal successivo momento in cui il danno si sia prodotto ed esteriorizzato.
L’inadempimento di obbligazioni gravanti sulla società non è idoneo a far sorgere una responsabilità ex art. 2476, comma 6 c.c. in capo all’amministratore
Ai sensi dell’art. 2476, sesto comma c.c., il terzo che agisce in giudizio nei confronti dell’amministratore di una società a responsabilità limitata deve provare che il danno lamentato sia conseguenza diretta di atti dolosi o colposi dell’amministratore stesso. L’elemento distintivo di tale responsabilità si coglie appunto nel rapporto causale tra gli atti dell’amministratore ed il danno verificatosi in capo al terzo; quest’ultimo [ LEGGI TUTTO ]