Art. 2598 c.c.
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Imitazione servile e principio di estraneità del marchio al prodotto
Al fine di accertare l’esistenza dell’imitazione servile e del pericolo di confusione, la comparazione tra i prodotti concorrenti deve essere compiuta non attraverso un esame analitico dei singoli elementi caratterizzanti ma [ LEGGI TUTTO ]
Principio di esaurimento nell’ambito di una rete di distribuzione selettiva di prodotti di lusso
Nell’ambito della distribuzione selettiva regolato dall’art. 1, lett. e, del Regolamento Europeo n. 330 /2010 (che riprende, nella sostanza, quanto indicato nell’art. 1, lett. d, del Regolamento Europeo n. 2790/99), il “principio di esaurimento del marchio” [ LEGGI TUTTO ]
Periculum in mora nel procedimento cautelare per contraffazione di marchi
La spontanea cessazione delle vendite, successiva alla notificazione del ricorso cautelare,non fa venir meno automaticamente l’urgenza di provvedere e dunque il requisito del periculum in mora.
Contraffazione di design registrato e tutela concorrenziale delle forme dei prodotti
Spetta al registrante, laddove la registrazione, come d’ uso, non sia accompagnata da rivendicazioni specifiche, allegare gli elementi che conferiscono al disegno/modello carattere individuale –così definendo i confini della privativa- mentre è onere [ LEGGI TUTTO ]
Contraffazione di un modello registrato
Ai fini della verifica sulla contraffazione di un modello registrato, la legge richiede da parte del consumatore informato un’impressione generale di somiglianza tra i modelli. Il giudizio di contraffazione [ LEGGI TUTTO ]
Giudizio di “impressione” come criterio per la valutazione di confondibilità nell’imitazione servile
Il parametro per valutare la confondibilità nell’ambito dell’illecito concorrenziale di imitazione servile, [ LEGGI TUTTO ]
Il diritto d’autore nell’ambito di un contratto di lavoro autonomo
In analogia con gli artt. 12 bis e ter della l.d.a., che prevedono che l’opera realizzata dal lavoratore dipendente, nell’esercizio delle sue mansioni, appartenga al datore di lavoro, si può ricavare il principio generale per cui [ LEGGI TUTTO ]
Storno di dipendenti e concorrenza sleale
Spetta a chi denuncia un c.d. “storno di dipendenti” fornire la prova degli elementi destrutturanti della propria organizzazione imprenditoriale causati dall’acquisizione di suoi dipendenti da parte di un concorrente, fornendo in giudizio, quantomeno, [ LEGGI TUTTO ]
Comparazione tra prodotti nella comunicazione commerciale e concorrenza sleale
La comparazione di un prodotto ad un altro di un concorrente costituisce una politica commerciale lecita in quanto rispondente alle precise aspettative di informazione del pubblico di riferimento, purché sia rispettosa delle regole di leale concorrenza delineate dall’art. 2598 c.c.
Enfatizzare in maniera eccessiva, e contrariamente al vero, il contributo, pur fornito da un terzo, all’ideazione di un prodotto commercializzato da un’altra azienda, attribuendosene la sostanziale paternità, è una modalità comunicativa illecita, in quanto svilisce l’impresa concorrente allorquando la stessa, su un iniziale prototipo altrui, abbia, comunque, svolto ulteriore ed autonoma attività di ricerca sviluppo.
Costituisce, inoltre, fattispecie di concorrenza sleale la comunicazione commerciale finalizzata ad evidenziare un’indimostrata superiorità tecnica del proprio modello rispetto a quello del concorrente, svilendone le pregresse attività progettuali. La pubblicità comparativa, per essere lecita, deve porre a confronto prodotti e servizi secondo criteri obiettivi e sulla base di elementi verificabili.