Art. 2598 c.c.
594 risultati
Concorrenza sleale attraverso il rilascio di buoni sconto
La vendita di libri di testo scolastici con uno sconto rispetto al prezzo di copertina fissato dall’editore del 20% (nella specie, operazione attuata concretamente mediante il rilascio di un buono sconto pari al 20% del prezzo di copertina da poter spendere sui prodotti venduti nell’esercizio commerciale), a fronte di una previsione di legge (art. 2 Legge n. 128/2011) che consente ai rivenditori di applicare uno sconto massimo del 15%, [ LEGGI TUTTO ]
Predivulgazione di brevetti, nullità e quantificazione dei danni
L’accordo concluso tra potenziali partner di un progetto di sviluppo industriale, che implica un vincolo implicito alla riservatezza dei contraenti, non costituisce prova di predivulgazione delle caratteristiche tecniche innovative dei brevetti, in quanto tale accordo non può essere considerato stato della tecnica, non essendo né pubblico, né accessibile ad un numero illimitato di utenti. La domanda di dichiarazione di nullità dei brevetti italiani rilasciati a soggetto diverso dall’avente diritto alla registrazione ex art. 76, comma 1, lett. d.), c.p.i. presuppone la chiara indicazione di quest’ultimo soggetto. La domanda di accertamento di atti di concorrenza sleale non è accoglibile se il soggetto convenuto risulta commercializzare un macchinario solo in parte corrispondente ai brevetti oggetto di contestazione, essendo assente in tal caso la concorrenza specifica tra i prodotti. Gli utili che il contraffattore deve restituire al danneggiato ex art. 125 c.p.i. si determinano sottraendo dai ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti contraffatti i costi sostenuti per “fare” detti prodotti, ma limitatamente ai soli costi che si sarebbero sostenuti se non ci fosse stata la violazione. In particolare, i costi d’impiego dei fattori di produzione vanno attribuiti in ragione dell’effettivo contributo offerto alla produzione, pertanto vanno detratti dai ricavi in misura diversa a seconda che si tratti di impresa multi-prodotto o mono-prodotto, e che i costi da detrarre sono principalmente c.d. costi variabili, dal momento che i costi fissi sono comunque sostenuti indipendentemente dal volume di vendita e di produzione realizzati.
Rideterminazione del prezzo per vicende successive al trasferimento delle quote sociali. Danno al patrimonio sociale e canalizzazione della responsabilità
In mancanza di espresse pattuizioni in tal senso, deve escludersi che vicende successive all’intervenuto perfezionamento del contratto di cessione di partecipazioni societarie e all’effettivo trasferimento della titolarità delle quote con parziale pagamento solo differito, possano venire ad integrare gli estremi legali di una fattispecie di legittima rideterminazione del prezzo di cessione delle quote. [ LEGGI TUTTO ]
Violazione contrattuale degli obblighi connessi al marchio e patto di non concorrenza
Nullità del marchio registrato e preuso del marchio di fatto
L’utilizzo prolungato nel tempo e in ambito non meramente locale di un marchio non registrato (c.d. marchio di fatto) determina la nullità per assenza di novità del marchio registrato successivamente, qualora quest’ultimo sia identico o simile al primo e si riferisca ad un settore merceologico identico o simile a quello del primo, così da creare un rischio di confusione per il pubblico. [ LEGGI TUTTO ]
Rischio di confusione tra segni distintivi e diligenza professionale
Con riferimento al rischio di confusione, vi sono alcuni particolari del prodotto – compresa la mancanza di indicazione sul paese di origine – che, sebbene possano sfuggire al consumatore, attento solo alla marca e all’aspetto complessivo di questo, non possono non essere percepiti da un venditore professionale [ LEGGI TUTTO ]
Contraffazione di marchio per capi di abbigliamento e metodi di quantificazione del risarcimento del danno
Per l’individuazione del lucro cessante in relazione a fattispecie di commercializzazione di capi d’abbigliamento riportanti marchi oggetto di contraffazione, il criterio di calcolo basato sul numero dei capi di abbigliamento sequestrati presso le sedi dei convenuti, non appare corretto perché tali capi, non essendo stati commercializzati, non possono aver prodotto danno nei confronti dell’attrice.
Storno di dipendenti, concorrenza parassitaria e tutela del marchio debole
Deve escludersi la competenza delle sezioni specializzate per le sole controversie in materia di concorrenza sleale che non interferiscono, neppure indirettamente, con l’esercizio dei diritti di proprietà industriale (nella specie, la denominazione sociale e l’insegna). Perché lo storno di dipendenti di un’impresa costituisca atto di concorrenza sleale ex art 2598 n. 3 c.c., tale manovra deve [ LEGGI TUTTO ]
Concorrenza sleale denigratoria e registrazioni ambientali
Integra un’ipotesi di concorrenza sleale c.d. denigratoria la condotta dell’imprenditore che, con carattere di sistematicità, asserisca nei confronti della clientela – per il tramite del personale alle sue dipendenze – l’incompatibilità fra il proprio macchinario e un componente prodotto da un’altra impresa concorrente. [ LEGGI TUTTO ]
Concorrenza sleale per denigrazione
La falsa informazione destinata alla generalità dei consumatori e avente carattere di sistematicità e diffusività, contenuta nel manuale di istruzioni del prodotto o fornita, nel contesto di negozi “monomarca”, dagli addetti alle vendite del medesimo, [ LEGGI TUTTO ]