Tribunale di Roma
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Richiesta di iscrizione d’ufficio di recesso per giusta causa. Presupposti.
La richiesta di iscrizione d’ufficio nel Registro delle Imprese del recesso di un socio per giusta causa ex art. 2285 c.c. non può fondarsi su una generica contestazione della violazione, a carico degli altri soci, dei doveri di fedeltà, lealtà, diligenza o correttezza, ma deve essere giustificata dalla descrizione di fatti o comportamenti specifici, di natura commissiva ovvero omissiva, imputabile agli altri soci e la cui esistenza non sia in alcun modo contestata da questi [ LEGGI TUTTO ]
Revoca dell’amministratore in via cautelare nella società in accomandita semplice. Giusta causa di revoca.
La revoca dell’amministratore nelle società di persone e, in particolare, in quelle in accomandita semplice, in forza dell’art. 2259, applicabile anche alle società di persone, per il duplice rinvio di cui agli artt. 2315 e 2293 c.c., non ha effetto se non ricorre giusta causa, nel caso in cui l’amministratore sia stato nominato con il contratto sociale, mentre, se nominato con atto separato, è revocabile secondo le norme sul mandato. [ LEGGI TUTTO ]
Revoca cautelare dell’amministratore di società cooperativa assoggettata alla disciplina della srl
Sono ammissibili l’azione sociale di responsabilità e la richiesta di revoca per gravi irregolarità nella gestione spiegate nei confronti dell’amministratore di società cooperativa a responsabilità limitata da parte dei relativi soci. I rimedi in argomento (ex art. 2476 c.c.), pur presentando elementi di interferenza con il controllo giudiziario previsto per le società cooperative (ex art. 2545 quinquiesdecies c.c.), non sono a quest’ultimo sovrapponibili, operando su versanti distinti e, eventualmente, complementari. [ LEGGI TUTTO ]
Esercizio del diritto di recesso e procedimento di fusione
Ove ricorrano i presupposti per la sua efficacia, il recesso, quale atto unilaterale recettizio, produce i suoi effetti, ivi compreso quello di far sorgere il diritto alla liquidazione delle azioni, al momento della ricezione da parte del destinatario [ LEGGI TUTTO ]
Impresa familiare e società di fatto. Inesistenza della deliberazione.
L’esistenza di una qualunque società, e, quindi, anche di una società di fatto, richiede il concorso di un elemento oggettivo, rappresentato dal conferimento di beni o servizi, con la formazione di un fondo comune, e di un elemento soggettivo, costituito dalla comune intenzione dei contraenti di vincolarsi e di collaborare per conseguire risultati patrimoniali comuni nell’esercizio collettivo di un’attività imprenditoriale. Tale comune intenzione costituisce il contratto sociale, senza del quale la società, qualsiasi società, non può esistere. Quel che caratterizza la società di fatto, e la differenzia dalla società irregolare, non è, dunque, la mancanza del contratto sociale, ma il modo in cui questo si manifesta e si esteriorizza; esso infatti può essere stipulato anche tacitamente, e risultare da manifestazioni esteriori dell’attività di gruppo, quando esse, per la loro sintomaticità e concludenza, evidenzino l’esistenza della società. [ LEGGI TUTTO ]
Confini del sindacato da parte del giudice sull’opportunità delle scelte gestorie e quantificazione del danno causato dall’amministratore. Assenza di un obbligo di controllo preventivo in capo ai sindaci.
Le scelte dell’amministratore sono insindacabili da parte del giudice investito ex post della domanda di accertamento della sua responsabilità solo quando risulti che tale valutazione sia stata compiuta all’esito dell’assolvimento di tutti gli oneri di controllo, verifica e acquisizione delle informazioni necessarie per poter assumere una decisione consapevole e informata di tutte le conseguenze che gli atti compiuti possono comportare per la società e in conformità dei canoni di ragionevolezza, prudenza e prevedibilità del risultato delle operazioni stesse [ LEGGI TUTTO ]