6 Giugno 2024

Invalidità della delibera assembleare sull’aumento dei compensi degli amministratori per conflitto di interessi

È invalida ai sensi dell’art. 2479 ter la delibera avente ad oggetto l’aumento dei compensi degli amministratori, assunta con il voto determinante del socio di maggioranza che riveste anche la carica di amministratore ogniqualvolta il compenso risulti di misura sproporzionata ed irragionevole rispetto alle dimensioni dell’impresa e all’impegno richiesto per la sua gestione o al risultato economico dell’attività.

Difatti, la configurabilità della fattispecie tipica di annullabilità della decisione assembleare prevista dall’art. 2479 ter comma 2 c.p.c. presuppone che:

(i) il socio che esprime il voto sia portatore di un interesse personale o di terzi tale da non poter essere soddisfatto se non con il sacrificio del confliggente interesse della società

(ii) e la decisione assunta sia almeno potenzialmente dannosa per la società, non essendo sufficiente il solo conflitto di interessi a giustificare l’annullamento delle deliberazione.

Dunque, il socio di maggioranza che riveste anche la carica di amministratore, portatore dell’interesse personale a percepire la retribuzione più elevata, versa necessariamente in posizione di conflitto di interessi con la società, interessata, invece, al massimo contenimento dei costi di esercizio dell’impresa. Peraltro, nella valutazione dell’annullabilità della deliberazione determinativa del compenso del socio amministratore adottata con il suo voto determinante è essenziale, quindi, l’accertamento della sproporzione ed irragionevolezza del compenso attribuito che, aggravando ingiustificatamente i costi dell’esercizio dell’impresa comune, costituisce sintomo inequivocabile del pregiudizio per l’interesse sociale.

 

Per visualizzare la sentenza devi effettuare login

oppure usa questo QR code:
Scan the QR Code