Le modalità di commercializzazione di un bene possono integrare violazione di marchio
Pur in assenza di un vincolo contrattuale che impedisca di vendere prodotti di terzi produttori, costituisce contraffazione di marchio la condotta del rivenditore autorizzato di un certo marchio che adotti modalità di commercializzazione tali da indurre il pubblico a ritenere di trovarsi in una rivendita esclusivista dei capi di tale marchio, alla cui organizzazione produttiva finiscano per essere ricondotte anche prodotti con marchi differenti, determinando un rischio di confusione sulla provenienza dei beni, anche e soprattutto sotto il profilo del rischio di associazione, inteso come probabile errore del pubblico circa l’ esistenza di rapporti contrattuali o di gruppo fra la titolare del marchio ed i terzi produttori dello stesso bene venduti nel medesimo negozio (nella specie, arredi, modulistica, espositori, cartelli relativi al prezzo, scaffali, vetrofanie, zerbino, sacchetti, confezione e scontrino fiscale, contenevano esclusivamente il marchio in questione).
Esistono vari livelli di rinomanza, che va dai segni noti alla generalità della popolazione a quelli solo largamente accreditati presso un segmento del pubblico dei consumatori, cui si accompagnano diverse estensioni della tutela, al di là dell’ambito merceologico e del rischio di confusione in senso stretto, dovendo ritenersi sufficiente un ingiustificato agganciamento, che consenta di collocarsi sul mercato sfruttando le valenze evocative del segno rinomato. Il diverso livello di rinomanza incide sull’onere della prova, ben potendo, in caso di segni notori, farsi ricorso anche alle nozioni di comune esperienza, mentre risulta necessario, a livelli più bassi di conoscenza del pubblico, fornire una prova più compiuta, attraverso indagini di mercato o dimostrando l’ entità della promozione pubblicitaria e la penetrazione della stessa.
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Maria Luigia Franceschelli
AssociateDottorato di Ricerca in Proprietà Industriale, Università degli Studi di Milano Avvocato presso Hogan Lovells Studio Legale, IP team(continua)