Risarcimento danni per occupazione sine titulo dell’alloggio da parte del socio di cooperativa edilizia escluso
In caso di scioglimento del rapporto sociale per esclusione del socio, regolarmente deliberato e comunicato, oltre al diritto di ottenere il pagamento dei canoni per aver occupato l’alloggio sociale sine titulo, la società ha diritto al risarcimento dei danni subiti per la mancata disponibilità dell’immobile. Detto risarcimento, ai sensi dell’articolo 1591 c.c., dev’essere quantificato e liquidato in misura pari al canone pattuito, poiché la disposizione sancita dall’art. 1591 c.c. costituisce espressione di un principio applicabile a tutti i tipi di contratto con i quali viene concesso l’utilizzazione del bene dietro corrispettivo per l’ipotesi in cui il concessionario continui ad utilizzare il bene oltre la scadenza del termine fissato dal rapporto senza averne titolo. In questa ipotesi dal vantaggio che consegue il concessionario da tale utilizzazione deriva un danno per il concedente che ha come misura certa il corrispettivo periodico stabilito nel contratto.
Esclusione del socio di società cooperativa e canoni di godimento dell’alloggio sociale
La domanda relativa alla legittimità della delibera di esclusione di un socio da una società cooperativa attiene al rapporto sociale e rientra pertanto nella competenza della Sezione Specializzata in Materia di Impresa, cui spetta poi provvedere anche sulle ulteriori domande connesse e correlate alla decadenza dell’assegnazione dell’alloggio sociale, riguardanti il rilascio, il pagamento dei canoni e delle indennità per l’occupazione sine titulo.
In applicazione dei principi generali in materia di onere della prova, la società cooperativa che agisce per ottenere la condanna al pagamento dei canoni d’affitto dell’alloggio sociale e dell’indennità per occupazione sine titulo è tenuta a provare solo l’esistenza del titolo, ossia della fonte negoziale o legale del suo diritto, mentre può limitarsi ad allegare l’inadempimento della controparte: è il debitore convenuto a dover fornire la prova estintiva del diritto, costituita dall’avvenuto adempimento.
La somma dovuta a titolo di canone di godimento dell’alloggio sociale di una società cooperativa costituisce debito di valuta e pertanto non è oggetto di rivalutazione monetaria, salvo che non venga allegato un qualche elemento da cui desumere un maggior danno da ritardato pagamento.
Interessi e rivalutazione monetaria per canoni contrattuali scaduti e indennità di occupazione
In materia di assegnazione dell’alloggio sociale ed in relazione alla domanda volta al riconoscimento degli interessi e della rivalutazione monetaria del credito per i canoni contrattuali scaduti e per l’indennità di occupazione, occorre operare un distinguo. Il credito per canoni contrattuali scaduti è credito pecuniario di valuta soggetto al principio nominalistico ex art. 1277 c.c., non rivalutabile, e pertanto produce interessi solo dalla costituzione in mora ex art. 1282 comma 2 c.c., trattandosi di credito per pigioni. In carenza di allegazione sulla data di messa in mora, gli interessi decorrono dalla notificazione della citazione a giudizio. Il credito risarcitorio per indennità di occupazione è invece, credito di valore che va liquidato in valori monetari attuali, cui si perviene applicando gli indici Istat FOI su ciascuna somma dovuta alla scadenza di ogni trimestre. Sulla somma dovuta così rivaluta, spettano altresì gli interessi compensativi che si calcolano secondo l’insegnamento della Corte di legittimità (Cass. civ., Sez. Un., 17 febbraio 1995, n. 1712).
Indennità di occupazione sine titulo dell’alloggio sociale a seguito di esclusione per morosità del socio di cooperativa
Le cifre dovute a titolo di indennità di occupazione per il periodo successivo all’esaurimento del rapporto negoziale rappresentano un debito di valuta e gli interessi legali sono dovuti dalla relativa messa in mora rappresentata dalla domanda giudiziale.