Risoluzione del contratto di edizione per inadempimento di non scarsa importanza
La non scarsa importanza dell’inadempimento deve essere accertata non solo in relazione all’entità oggettiva dell’inadempimento, ma anche con riguardo all’interesse che l’altra parte intende realizzare e, dunque, sulla base di un criterio che consenta di coordinare il giudizio sull’elemento oggettivo della mancata prestazione con gli elementi soggettivi. In caso di inadempimento parziale, devono essere prese in considerazione anche le modalità e le circostanze del concreto svolgimento del rapporto, per valutare se l’inadempimento in concreto accertato abbia comportato una notevole alterazione dell’equilibrio e della complessiva economia del contratto, nonché l’interesse dell’altra parte – desumibile anche dal comportamento di quest’ultima – all’esatto adempimento entro il termine stabilito. [Nella specie, il convenuto era obbligato a pubblicizzare e pubblicare l’opera letteraria dell’attore entro sei mesi dall’avvenuta correzione delle bozze e la prima tiratura dell’opera doveva avere ad oggetto 500 copie. L’editore, altresì, si era impegnato a pubblicizzare l’opera, presentandola in più manifestazioni. A fronte del comprovato adempimento dell’attore, l’Editore si è limitato a pubblicare soltanto cinquanta copie in occasione di una sola manifestazione, rendendosi poi del tutto inadempiente agli altri obblighi contrattuali assunti.]
La mancata promozione dell’opera determina la risoluzione del contratto di edizione
In tema di prova dell’inadempimento di una obbligazione, il creditore che agisca per la risoluzione del contratto, per il risarcimento del danno ovvero per l’adempimento deve soltanto provare la fonte (negoziale o legale) del suo diritto e il relativo termine di scadenza ma non l’inadempienza dell’obbligato, potendosi limitare alla mera allegazione della circostanza dell’inadempimento della controparte, spettando, invece, al debitore convenuto l’onere di provare il fatto estintivo dell’altrui pretesa, costituito dall’avvenuto adempimento.
Il medesimo principio, applicabile anche nell’ipotesi d’inesatto adempimento, si estende anche alle obbligazioni di risultato.
Nel caso di specie, la mancata promozione dell’opera era oggetto di specifico obbligo incombente sull’editore (che non ha provato di aver adempiuto) e non può considerarsi inadempimento di scarsa gravità nel quadro complessivo degli interessi delle parti del contratto di edizione, determinando così la risoluzione del contratto stesso oltre alla condanna delle convenute alla restituzione delle copie giacenti dell’opera a titolo di risarcimento del danno.
Risoluzione del contratto di edizione: litisconsorzio necessario nel caso di più coautori
In caso di contitolarità del diritto d’autore, stante il richiamo alla disciplina della comunione contenuto nell’art. 20 l.d.a., nella causa avente a oggetto la domanda di risoluzione del contratto di licenza di uso, ricorre un’ipotesi di litisconsorzio necessario.
Contratto di edizione, recesso illegittimo e risarcimento del danno
L’insuccesso dell’opera è causa di scioglimento del contratto e tale evento può riscontrarsi, quando sia oggettivamente accertata l’incapacità dell’edizione ad essere richiesta dal pubblico. L’insuccesso dell’opera non consiste in un semplice calo delle vendite; il calo delle vendite è un fenomeno frequentissimo per la quasi generalità delle opere, e non può coincidere con il concetto di insuccesso editoriale. Questo presuppone che la diminuzione delle vendite si stabilizzi lungo un periodo di tempo tale da rivelare una sostanziale e irreversibile chiusura del mercato. Nella necessità di contemperare gli interessi economici dell’editore con quelli non solo patrimoniali ma anche morali dell’autore, è la situazione di imprevedibilità di un ulteriore positivo sfruttamento dei diritti di utilizzazione economica ceduti dall’autore che potrebbe giustificare lo scioglimento del contratto e la liberazione di ciascuno dei contraenti dagli obblighi relativi. Tale fattispecie considera la posizione egemonica dell’editore, ma appresta contestualmente la tutela del contraente più debole, cioè dell’autore, il quale ha interesse a liberamente esplicare la propria creatività nella realizzazione di nuove opere dell’ingegno e a negoziare i diritti della relativa utilizzazione alle condizioni economiche più convenienti: condizione, questa, determinante per assicurare all’autore la piena indipendenza economica, liberandolo dai vincoli e dalle restrizioni che conseguirebbero al protrarsi di un patto di esclusività non più giustificato dall’interesse economico, ormai venuto meno, dell’editore, in considerazione dell’esito negativo della precedente iniziativa editoriale. [Nel caso di specie, la comunicazione con cui la società editrice comunicava la volontà di recedere dal contratto non fa alcun riferimento all’insuccesso editoriale che avrebbe legittimato il recesso ex art. 134 n. 2 L. 633/1941 e pertanto appare infondata la tesi del convenuto che lo ritiene legittimo agganciandolo all’esercizio della facoltà dell’editore espressa dalla norma speciale.]
Violazione dei diritti di esclusiva sull’opera letteraria e illecita cessione dei diritti di sfruttamento economico della stessa
La riproduzione, su app o canali social, da parte dell’autore di alcune pagine di un’opera letteraria non costituisce una forma di elaborazione della stessa né opera autonoma idonea a porsi in diretta competizione commerciale con quella già precedentemente edita. Laddove il contratto di edizione non disciplini la cessione dei diritti sul personaggio oggetto dell’opera e sulla relativa denominazione o pseudonimo, l’autore può continuare a disporne nelle forme esercitate fino alla stipulazione del contratto, anche qualora la denominazione o pseudonimo coincidono con il titolo dell’opera stessa
Per la validità del contratto di edizione non è richiesta la forma scritta ad substantiam.
Ai fini della validità di un contratto di edizione non occorre la forma scritta. Invero, l’art. 110 l.a. prevede la forma scritta dell’atto di trasmissione dei diritti di utilizzazione solo ad probationem e non ad substantiam. I contratti per i quali sia prevista la forma scritta ad probationem, a differenza di quelli per i quali la forma scritta è richiesta ad substantiam, sono validi anche se stipulati oralmente e la forma scritta costituisce solo un limite alla prova, che in particolare riguarda le prove testimoniali, non ammissibili al di fuori della ipotesi espressamente prevista dall’art. 2725 c.c. della perdita incolpevole del documento.
Contratto di edizione: forma ed elementi essenziali
L’art. 110 L.633/1941 prevede la forma scritta dell’atto di trasmissione dei diritti di utilizzazione solo ad probationem e non ad substantiam. I contratti per i quali sia prevista la forma scritta ad probationem sono validi anche se stipulati oralmente e la forma scritta costituisce solo un limite alla prova, che in particolare riguarda le prove testimoniali, non ammissibili al di fuori della ipotesi espressamente prevista [ LEGGI TUTTO ]
Risoluzione parziale di un contratto di edizione per più libri con royalties unitarie
In caso di risoluzione parziale di contratto di edizione avente ad oggetto più libri, stante l’attribuzione in contratto di royalties unitarie (cioè non suddivise fra i vari libri), il pagamento della metà già eseguito può essere nel caso concreto satisfattivo delle pretese avversarie in relazione alla parte del contratto non oggetto di risoluzione. In caso di inadempimento di un contratto di edizione, il danno può essere [ LEGGI TUTTO ]
Distinzione tra contratto d’opera e contratto di edizione-traduzione
Il contratto d’opera di traduzione ha per oggetto la traduzione in sé, indipendentemente da una eventuale pubblicazione e commercializzazione, ed è tipico delle traduzioni [ LEGGI TUTTO ]