Il mancato aggiornamento delle visure camerali è indice di inerzia del liquidatore e ne fonda la revoca
La completa inerzia nello svolgimento dei compiti inerenti alla carica di liquidatore, presupposto della revoca giudiziale per giusta causa, si desume già dalle visure camerali, allorché neppure sia iscritta la nomina (essendo tale iscrizione da richiedersi “a cura” dello stesso liquidatore ex art. 2487-bis c.c.) e ove non risulti depositato alcun bilancio dell’ente (la cui redazione è affidata ai liquidatori dall’art. 2490 c.c.).
Fattispecie di insorgenza e contenuto dell’obbligo di custodia delle azioni
Dopo che il cessionario ha esercitato la facoltà di recesso prevista in suo favore dal contratto di compravendita di azioni in precedenza eseguito, l’obbligo di restituzione delle predette azioni sorge in capo al cessionario a seguito del ritrasferimento del prezzo da parte del cedente, conformemente al dettato del testo contrattuale. In tal caso, l’obbligo di custodia [ LEGGI TUTTO ]
L’irrilevanza della spedizione di copia dell’atto all’indirizzo di posta elettronica indicato dalla controparte al fine di determinare il tempestivo deposito di un atto in giudizio
La spedizione di copia dell’atto all’indirizzo di posta elettronica indicato dalla controparte costituisce adempimento informale che non assolve in alcun modo all’onere del deposito in cancelleria, non dovendosi confondere la norma processuale contenuta nell’art. 170 c.p.c. sulle comunicazioni alle parti costituite dei c.d. biglietti della cancelleria, con quella relativa ai depositi nella stessa (cancelleria) mediante i quali deve tassativamente avvenire la partecipazione all’ufficio giudiziario degli atti di parte; pertanto l’attore deve ritenersi decaduto dalla facoltà di “indicazione dei mezzi di prova e produzioni documentali” per non aver ritualmente depositato la rispettiva memoria nel termine assegnato.
Richiesta di restituzione di fotocolor originali e obblighi del depositario
La competenza a pronunciarsi in relazione alla domanda di manleva è attratta dalla competenza del Tribunale fallimentare ai sensi dell’art. 24 l. fall. che si applica a tutte le azioni che derivino dal fallimento. In particolare, al concetto di «derivazione» deve attribuirsi l’ampio significato di incidenza sul patrimonio del fallito laddove l’azione sia diretta ad un prelevamento sull’attivo fallimentare che non può attuarsi se non attraverso il procedimento di verifica del passivo.