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8 Giugno 2023

OPA totalitaria: tra il diritto di acquisto dell’offerente ex art. 111 TUF e la tutela della minoranza dei soci. Valutazioni in punto di legittimità costituzionale dell’art. 111 TUF e sull’assenza di un correttivo sul prezzo di mercato nella disciplina del diritto all’acquisto

Il diritto di acquisto ex art 111 TUF si colloca al di fuori dell’art 42 comma 3 Cost perché il diritto di acquisto non è espressione dell’esercizio di un atto di imperio pubblico ma trova fondamento nella disciplina (legale) del contratto di società che conforma la “proprietà” delle azioni delle società quotate in funzione degli interessi generali del mercato, dell’efficienza dei medesimi e indirettamente dell’organizzazione stessa delle società ex art 42 co 2 Cost.

In punto di intrinseca iniquità del prezzo offerto in sede di squeeze-out in caso di crisi finanziarie idonee a deprimere irragionevolmente il prezzo del titolo, sebbene la riduzione del prezzo dei titoli quotati su mercati regolamentati in occasione di crisi finanziarie possa favorire manovre speculative non vietate degli operatori economici, tendenti a sfruttare la situazione favorevole in essere, tale evenienza è insita nel medesimo meccanismo di funzionamento dei mercati finanziari, nei quali il prezzo di uno strumento si forma, momento per momento, dall’incontro tra domanda e offerta sulla base di vari fattori interni alla società ma anche esterni e collegati al sistema economico del paese o internazionali.

L’assenza di un correttivo sul prezzo di mercato nella disciplina del diritto all’acquisto, non incide sulla legittimità costituzionale dell’istituto, rientrando nell’ambito delle scelte del legislatore stabilire l’equilibrio più corretto tra gli interessi in gioco, con il solo limite della ragionevolezza (art. 3, Cost.), che nel regolare i contrapposti interessi del socio di maggioranza quasi totalitaria e della residua minoranza manifestamente non risulta violato qualora il prezzo sia stabilito secondo i criteri dell’art 108 commi 2, 3 e 4 TUF e si tratti del medesimo prezzo garantito con l’Opa nell’interesse della minoranza che voglia esercitare la facoltà di disinvestimento.

14 Luglio 2021

Principi in tema di OPA

Nel caso di subentro di un nuovo azionista nel controllo della società, il principio della parità di trattamento tra azionisti ex art. 92 TUF si esprime, assicurando parità di trattamento economico tra il socio di controllo uscente e gli azionisti di minoranza, nei termini previsti dalle disposizioni sulle offerte pubbliche di acquisto e scambio e in particolare sull’OPA obbligatoria prevista agli artt. 105 ss. TUF.

Il meccanismo legale dell’OPA obbligatoria, oltre che ad assicurare un buon funzionamento del mercato finanziario, è destinato a realizzare il soddisfacimento di un interesse in capo ai soci di minoranza della società, i quali possono scegliere se conservare la titolarità delle loro azioni, confidando in un futuro aumento del valore e della redditività delle stesse, o se monetizzarle per beneficiare anch’essi del premio di maggioranza.

La “collusione” tra l’offerente o le persone che agiscono di concerto con il medesimo e uno o più venditori (art. 106 TUF), circostanza che giustifica un provvedimento di rettifica del prezzo da parte della Consob, può consistere in qualsiasi operazione collegata idonea a recepire, e quindi occultare, parte del valore della cessione.

Nella disciplina dell’OPA, non è configurabile un abuso nella dialettica tra maggioranza e minoranza, in quanto la maggioranza non ha il potere di obbligare gli altri soci, ancorché dissenzienti. Infatti, all’obbligo dell’acquirente di una partecipazione rilevante di promuovere un’offerta pubblica d’acquisto ex art. 106 TUF corrisponde la piena facoltà di scelta di ciascun azionista destinatario dell’offerta se vendere le sue azioni al prezzo fissato oppure conservarle. Dunque, si deve escludere che la negoziazione del pacchetto di controllo, a cui segua un’OPA obbligatoria, possa qualificarsi come condotta abusiva, stante il fatto che tale vendita, pur potendo orientare i corsi di Borsa, non vincola a loro volta gli azionisti di minoranza a vendere, né a vendere al medesimo prezzo.

Il criterio della “ragionevole prevedibilità” di verificazione di una serie di circostanze, finalizzata all’individuazione del perimetro delle “informazioni privilegiate” (la cui definizione al tempo si trovava nell’art. 181 TUF, oggi all’interno dell’art. 7 Regolamento UE n. 596/2014), serve a distinguere le circostanze o gli eventi futuri di cui appare, sulla base di una valutazione globale degli elementi già disponibili, che vi sia una concreta prospettiva che essi verranno ad esistere o che si verificheranno rispetto a notizie generiche, situazioni ancora fluide o dai contenuti indefiniti.

26 Gennaio 2017

La disciplina dell’offerta pubblica “prevalente” in caso di o.p.a. concorrenti

Il meccanismo dell’offerta pubblica d’acquisto concorrente rappresenta lo strumento volto in massimo grado ad assicurare la contendibilità delle società quotate e, pertanto, a tale obiettivo ci si deve sempre riferire nell’interpretazione della relativa disciplina [ LEGGI TUTTO ]

8 Novembre 2016

L’applicabilità delle sanzioni dell’art. 110 t.u.f. all’ipotesi della O.P.A. preceduta da intese collusive

La collusione ai sensi dell’art. 106 co. 3, lett. d), n. 2) t.u.f. è uno dei presupposti per la rideterminazione in rialzo del prezzo dell’O.P.A. da parte della Consob, ma non è oggetto di un divieto né parametro per quantificare gli obblighi dell’offerente, e dunque non rientra nelle violazioni dell’obbligo di O.P.A. Il potere della CONSOB di rideterminare in rialzo il prezzo dell’O.P.A. è infatti un potere costitutivo (oltre che discrezionale), non un potere sanzionatorio. Da questo discende che le sanzioni di cui all’art. 110 t.u.f., non si applicano in caso di intese collusive, in quanto presupposto delle sanzioni non è qualunque violazione della disciplina dell’O.P.A., ma unicamente la violazione dell’obbligo di lanciare l’O.P.A. nei termini di legge al prezzo corrisposto al venditore. Argomenti letterali, teleologici e sistematici portano ad affermare che all’accertamento di una collusione non consegue alcun obbligo di vendere ex art. 110 t.u.f. né la sterilizzazione del diritto di voto, ma consegue la conformazione autoritativa dell’obbligo di acquisto ai sensi dell’art. 106 t.u.f. tramite il provvedimento in rialzo.

3 Settembre 2013

Natura della responsabilità sociale dello scalatore per il mancato lancio dell’opa e termine di prescrizione quinquiennale

Nel caso di mancato adempimento del dovere di lanciare l’opa compete agli azionisti, a cui l’offerta avrebbe dovuto essere rivolta, il diritto di ottenere il risarcimento del danno patrimoniale da essi sofferto.

La responsabilità per l’inadempimento dell’obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto deve esser ricondotta nell’alveo della responsabilità da contratto non in relazione [ LEGGI TUTTO ]