Valutazioni di valore artistico, nullità, contraffazione e concorrenza sleale in un procedimento in materia di design industriale
Affinché un certo modello industriale possa essere munito di tutela autoriale è necessario che il singolo modello presenti di per sé le caratteristiche di cui all’art. 2, n. 10, della L.d.A., non essendo sufficiente la provenienza da un designer di indubbia fama internazionale. Il riconoscimento del valore artistico di un modello industriale può ritenersi provato dalla dichiarazione di un noto critico d’arte, dalla presenza in taluni musei, dal suo utilizzo a fini scenici in prestigiosi contesti internazionali di diversa natura e dalla sua qualificazione come prodotto iconico del design italiano di alta gamma in occasioni di esposizioni varie (un conto, in effetti, è la qualifica di ottimo prodotto di design, altro è il riconoscimento a livello internazionale di una valenza iconica nel mondo del design di alta gamma, valenza che proprio per questo motivo sconfina, travalicandolo nella necessaria sussistenza di altri elementi probatori, nell’ambito artistico).
La riproduzione dell’idea creativa caratterizzante del modello anteriore porta all’accostamento delle opere successive a quelle del creatore dell’anteriorità, come se esse fossero diverse applicazioni su ordinari sostegni di completamento della stessa idea innovativa, e quindi a violazione del diritto d’autore di parte attrice nonché atto di concorrenza sleale servile e confusoria.
La tutela anticoncorrenziale contro l’imitazione servile può essere più incisiva di quella prevista dalla disciplina a tutela dei modelli dato che l’esclusione della contraffazione di un modello ornamentale motivata con il rilievo che quello di cui si afferma l’illiceità presenta carattere individuale non osta all’accertamento, con riferimento agli stessi prodotti, della concorrenza sleale per imitazione servile in quanto quest’ultima è parametrata alla diligenza del consumatore medio e non a quella – più elevata – richiesta per l’utilizzatore informato nell’ambito della valutazione del carattere individuale.
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Carmine Di Benedetto
Dottorando di ricerca in Diritto privato, diritto romano e cultura giuridica europea presso l'Università di Pavia. Laurea in Giurisprudenza (110/110 con lode) presso Università Commerciale Luigi Bocconi, Milano, 2013....(continua)