hai cercato per: Laura Rosso
15 Ottobre 2023

Rischio di confusione tra marchi appartenenti a società calcistiche

Possono ritenersi confondibili due marchi in cui risultano dominanti gli elementi uguali rispetto ai minoritari elementi di differenziazione, a fortiori se si considera che l'uso degli stessi avviene nel medesimo territorio e nel medesimo ambito di attività. [ Continua ]
3 Settembre 2024

La violazione dei diritti audiovisivi da parte degli ISP

Se gli internet service provider, pur non responsabili dell'illecito, sono qualificabili come intermediari, possono essere destinatari di ordini inibitori a prescindere dalla sussistenza di dolo o colpa. Affinché l'ordine inibitorio del giudice possa essere ritenuto operante anche con riferimento a condotte future (nel caso di specie, il blocco di futuri siti web lesivi dei diritti dell'attrice) è necessario che vi sia effettiva coincidenza oggettiva  e soggettiva con le condotte censurate: in altre parole, è necessario che tali condotte risultino attuative del medesimo comportamento illecito e che siano poste in essere dai medesimi soggetti o da soggetti ad essi direttamente collegati. La concessione di un lasso temporale tra l'ordine dell'autorità giudiziaria e il computo della penale non va inteso come possibilità di conformarsi all’ordine in un momento successivo alla sua comunicazione.       [ Continua ]
1 Agosto 2024

Il risarcimento del danno e la retroversione degli utili nella fattispecie di contraffazione di marchio

Ai fini della liquidazione del danno patrimoniale per contraffazione di marchio, la prova del lucro cessante non è da considerarsi imprescindibile, atteso che nel caso di violazione di diritti di proprietà industriale il danno patrimoniale da lucro cessante si presume ed è liquidato in misura non inferiore a quella corrispondente ai canoni che l'autore della violazione avrebbe dovuto pagare ove avesse ottenuto una licenza dal titolare del diritto. Tale principio può trovare applicazione anche quando il consenso del titolare del diritto non sarebbe stato concesso. Ai fini della quantificazione della retroversione degli utili, la royalty di base deve essere innalzata considerando la royalty che ragionevolmente le parti avrebbero pattuito presupponendo la violazione come già avvenuta, posto che una diversa conclusione condurrebbe all'irragionevole parificazione tra il contraffattore e il soggetto che ha ottenuto regolare licenza di utilizzo. La condotta del contraffattore che riproduce iniziative commerciali  (co-branding con rinomati marchi della moda) nella realtà intraprese dal titolare del diritto leso integra un danno all'immagine in capo a quest'ultimo e comporta un annacquamento del marchio violato. Per la quantificazione del danno all'immagine, possono assumere rilievo - tra gli altri - gli effettivi costi pubblicitari sostenuti dal titolare del diritto violato. La logica restitutoria dell'istituto della retroversione degli utili, oltre a comportare che lo stesso trovi attuazione anche in mancanza di prova del lucro cessante e in mancanza di elemento soggettivo del dolo o della colpa, comporta altresì che la condanna non possa che essere pronunciata esclusivamente nei confronti del soggetto percettore di tali utili. [ Continua ]

L’assenza di litispendenza in caso di domanda proposta da soggetti diversi, l’efficacia della sentenza di accoglimento e rigetto e la ripartizione delle spese di lite

Nel caso in cui una domanda è proposta in più giudizi pendenti, il fatto che non vi sia coincidenza della parte che ha proposto la domanda comporta l’esclusione in radice dell’ipotesi della litispendenza. La sentenza che accoglie la domanda di nullità ha efficacia erga omnes, mentre la sentenza di rigetto ha efficacia esclusivamente tra le parti. Nonostante parte convenuta abbia avanzato domanda risarcitoria e domanda per lite temeraria ex art. 96 c.p.i., parte attrice soccombente può essere condannata al pagamento integrale delle spese di lite, qualora la domanda di risarcimento avanzato dalla convenuta vittoriosa abbia un peso istruttorio nullo e considerando altresì che la domanda ex art. 96 c.p.c. costituisce mera domanda accessoria. [ Continua ]
15 Ottobre 2023

Risoluzione del contratto di edizione per inadempimento di non scarsa importanza

La non scarsa importanza dell'inadempimento deve essere accertata non solo in relazione all'entità oggettiva dell'inadempimento, ma anche con riguardo all'interesse che l'altra parte intende realizzare e, dunque, sulla base di un criterio che consenta di coordinare il giudizio sull'elemento oggettivo della mancata prestazione con gli elementi soggettivi. In caso di inadempimento parziale, devono essere prese in considerazione anche le modalità e le circostanze del concreto svolgimento del rapporto, per valutare se l'inadempimento in concreto accertato abbia comportato una notevole alterazione dell'equilibrio e della complessiva economia del contratto, nonché l'interesse dell'altra parte - desumibile anche dal comportamento di quest'ultima - all'esatto adempimento entro il termine stabilito. [Nella specie, il convenuto era obbligato a pubblicizzare e pubblicare l’opera letteraria dell'attore entro sei mesi dall’avvenuta correzione delle bozze e la prima tiratura dell’opera doveva avere ad oggetto 500 copie. L’editore, altresì, si era impegnato a pubblicizzare l’opera, presentandola in più manifestazioni. A fronte del comprovato adempimento dell'attore, l’Editore si è limitato a pubblicare soltanto cinquanta copie in occasione di una sola manifestazione, rendendosi poi del tutto inadempiente agli altri obblighi contrattuali assunti.] [ Continua ]
7 Gennaio 2024

L’interpretazione del recesso da contratto tacito di concessione per la distribuzione di licenze d’uso software

Il diritto di recesso deve essere esercitato nel rispetto dei canoni generali di buona fede oggettiva, della lealtà dei comportamenti e della lealtà dei comportamenti e della correttezza. Tali principi sono applicabili anche al caso di contratti taciti, posto che una serie di contratti susseguitisi nel tempo può dar luogo ad un tacito “contratto quadro”. [ Continua ]
10 Febbraio 2024

Protezione della tutela autorale su un progetto architettonico di un punto vendita

I diritti acquisiti dal committente in forza di un contratto di appalto relativo a uno specifico progetto architettonico sono limitati allo specifico bene oggetto della progettazione, con la conseguenza che l’utilizzazione del medesimo progetto per la realizzazione di un’altra opera non rientra nei diritti di sfruttamento economico nati in virtù di tale rapporto. L’opera a cui viene accordata tutela autorale non deve essere identificata nel progetto dei pezzi di arredamento, ma nella loro scelta, nel relativo assemblaggio e successiva collocazione: a nulla, pertanto, rileva l’eventuale acquisto degli arredi da soggetti terzi. Va esclusa la fattispecie del plagio o della contraffazione ove non sia stata pubblicizzata o attribuita ad altri la paternità del progetto. In punto risarcitorio, va escluso il danno morale ove il progetto tutelato dal diritto d’autore non sia stato alterato, svilito e/o utilizzato per finalità estranee rispetto a quelle per cui è stato creato. Fermo restando il diritto al risarcimento del danno per l’utilizzo di opera protetta da diritto d’autore, vanno rigettate le domande volte ad ottenere la cessazione della condotta e la pubblicazione del provvedimento, posto che questi sono rimedi attivabili solo qualora ricorra una lesione del diritto d’autore come diritto alla paternità dell’opera, dunque come diritto della personalità. [ Continua ]
7 Gennaio 2024

I limiti della diffamazione nei comunicati stampa

Vanno ritenuti applicabili ai comunicati stampa, anche emessi da enti pubblici, i generali principi in tema di diffamazione, riguardanti in particolare, la verità della dichiarazione, l’esimente dell’esercizio del diritto di cronaca e il requisito della continenza, dovendo tenersi in considerazione il rapporto tra il testo ed il contesto. Va esclusa l’illiceità dei comunicati stampa ove i fatti descritti siano di interesse pubblico, non siano stati menzionati i nomi dei soggetti coinvolti e siano state utilizzate espressioni ipotetiche accompagnate da forme verbali al condizionale.     [ Continua ]
8 Agosto 2023

Fideiussione ordinaria e onere probatorio in materia di illeciti antitrust

Ai fini dell’accertamento dell’illecito antitrust, sussiste l’onere di allegazione e dimostrazione di tutti gli elementi costitutivi della fattispecie, tra i quali rientra quello della stessa esistenza di un’intesa illecita all’epoca della sottoscrizione del contratto impugnato. L’onere probatorio non è assolto qualora manchi la dimostrazione di un’intesa avente come oggetto o per effetto quello di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all’interno del mercato nazionale attraverso la fissazione di specifiche condizioni contrattuali in materia di garanzie fideiussorie per operazioni specifiche. La semplice presenza nei contratti di pattuizioni che derogano alle norme civilistiche menzionate in materia di fideiussione non possono di per se, in quanto norme pacificamente derogabili, determinare alcun illecito antitrust, posto che la condizione per ritenere integrata tale violazione delle regole del mercato è che la loro applicazione tendenzialmente uniforme e coordinata da parte degli operatori del settore determini come sua conseguenza una restrizione delle possibilità di scelta del consumatore. [ Continua ]