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Umberto Biga

Umberto Biga

Avvocato

Avvocato e Associate presso L&B Partners Avvocati Associati. Si occupa di Diritto Societario e Commerciale, con particolare riferimento alla Corporate Governance e all’M&A nei settori Energy & Infrastructure, Private Equity, Venture Capital & Start-Up e Innovation & Technology. In tale ambito, assiste regolarmente clienti in operazioni straordinarie (tra cui fusioni, acquisti/cessioni di partecipazioni, accordi di investimento, aumenti di capitale, acquisti/cessione di rami di azienda, scissioni, scorpori), riorganizzazioni degli assetti societari (redazione di statuti, patti parasociali o di sindacato, accordi di gestione), nonché, in generale, in tutte le vicende connesse alla gestione dell'impresa societaria (delibere assembleari, consulenza in materia di esercizio del diritto di recesso, di opzione, di prelazione). Nel corso della sua attività ha maturato una relativa esperienza nei settori coinvolti dalla normativa Golden Power, assistendo clienti nella redazione di Notifiche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri relative alla compravendita di partecipazioni sociali e ad operazioni straordinarie inerenti al trasferimento di assets strategici.

7 Giugno 2024

Conflitto di interesse degli amministratori di s.r.l. e difetto di rappresentanza

Ai fini dell'applicabilità del rimedio di cui all'art. 2475 ter c.c., dettato in tema di conflitto di interesse degli amministratori di una società a responsabilità limitata, è necessario che: (i) il conflitto di interessi sorga nel momento genetico-negoziale di un determinato atto, quando cioè l’amministratore, in relazione a una specifica operazione, si faccia concretamente portatore di un interesse personale, contrapposto e inconciliabile con quello della società, o comunque idoneo a cagionarle un pregiudizio tale per cui la creazione dell'utile per il primo si ottiene mediante il sacrificio della seconda; (ii) sia riscontrato un pregiudizio all’interesse sociale; (iii) la situazione di conflitto sia conosciuta o conoscibile da parte del terzo, contraente con la società. In assenza di una partecipazione dolosa del terzo, determinato dall’esigenza di danneggiare la società avvalendosi della limitazione stabilita dall’art. 2475 bis c.c., l’inopponibilità ai terzi delle limitazioni convenzionali ai poteri degli amministratori, ancorché pubblicate, determina come conseguenza il fatto che l’eventuale inosservanza di dette limitazioni non potrà incidere sulla validità e l’efficacia degli atti compiuti, essendo questi inattaccabili e incontestabili nei rapporti con i terzi, ma potrà rilevare unicamente nei rapporti interni per esporre l’amministratore a responsabilità verso la società. [ Continua ]
30 Marzo 2024

Assemblea convocata dal socio, espressione abusiva del voto e nullità della delibera assembleare

È nulla la delibera assembleare assunta a seguito della convocazione da parte di un socio a ciò non abilitato e nella quale il voto determinante sia stato espresso, in violazione del disposto di cui all'art. 2471 bis c.c., dal socio e non dal creditore pignoratizio. [ Continua ]
23 Agosto 2023

Cessione di partecipazioni sociali non integralmente liberate e onere della prova nei confronti della società

Nel caso di cessione di partecipazioni sociali non integralmente liberate, è onere dei soci acquirenti, convenuti in giudizio della curatela della società, e dei loro cedenti dette partecipazioni sociali, i quali rispondono in solido con i primi ai sensi dell'art. 2472 c.c., dimostrare l'adempimento dell'obbligazione verso la società fornendo prova di aver effettuato il versamento dovuto. [ Continua ]

Inammissibilità del ricorso ex art. 700 c.p.c. di riammissione dell’associato escluso da un’associazione per difetto del requisito di sussidiarietà

Difetta del requisito di sussidiarietà e va dunque dichiarato inammissibile il ricorso proposto secondo le forme di cui all'art. 700 c.p.c. di riammissione dell'associato escluso da un'associazione (nelle more trasformatasi in società cooperativa), stante la presenza dello strumento di tutela tipico offerto dall'art. 23 c.c. [ Continua ]
1 Settembre 2023

Azione di responsabilità esercitata dal terzo per danni diretti nel caso di appropriazione indebita di merci depositate in conto deposito

In caso di contratto di conto deposito merci stipulato tra due società, l'appropriazione indebita da parte della depositaria delle merci di appartenenza della società depositante può giustificare l'accoglimento, in favore di quest'ultima, dell'azione di responsabilità di cui all'art. 2395 c.c. nei confronti dell'amministratore unico della società depositaria. Non vale ad escludere la responsabilità del convenuto amministratore unico della società depositaria la circostanza per cui non fosse quest'ultimo a presidiare direttamente il sito presso cui erano depositate le merci, né tantomeno l'espressa pattuizione, presente nel contratto di conto deposito merci, secondo cui della gestione del deposito, della movimentazione dei prodotti e delle eventuali differenze tra giacenze reali e contabili dovesse ritenersi responsabile la società depositante. [ Continua ]
31 Agosto 2023

Azione di responsabilità nei confronti degli attuali amministratori di s.r.l. con estensione a carico dei precedenti

In un giudizio di responsabilità di amministratori, di fatto o di diritto, di società a responsabilità limitata, la circostanza per cui il socio amministratore convenuto chiami in causa, quali corresponsabili, i precedenti amministratori integra la fattispecie di cui all'art. 2476, co. 3, c.c. esercitata dal socio amministratore in surroga alla società. Corresponsabilità che, tuttavia, incontra un limite nel decorso del periodo di prescrizione quinquennale dalla cessazione della carica di amministratore. In tale giudizio di responsabilità, che assume rilievo ogni qual volta risulti violato, dagli amministratori di fatto o di diritto, il dovere di diligenza professionale posto dagli artt. 2392 e 2476 c.c. e che si sostanzia nella gestione del patrimonio sociale e nella conduzione dell'attività economica nel modo più idoneo agli interessi della società, quest'ultima (o il socio che agisce in surroga ai sensi dell'art. 2476, co. 3, c.c.) ha soltanto l'onere di dimostrare la sussistenza delle violazioni, l'illiceità delle condotte ed il nesso di causalità tra queste ed il danno verificatosi; grava invece sugli amministratori, di fatto o di diritto, convenuti l'onere di dimostrare la non imputabilità a sé del fatto dannoso, fornendo la prova positiva, con riferimento agli addebiti contestati, dell'osservanza dei doveri e dell'adempimento degli obblighi loro imposti. [ Continua ]