Al sindaco in regime di prorogatio non spetta alcun compenso per l’attività svolta durante tale periodo. Ciò, innanzitutto, per via delle difficoltà che vi possono essere nel dare provare della attività effettivamente svolta dal singolo nel periodo successivo alla scadenza del suo mandato e fino alla nomina del nuovo sindaco. A sostegno, inoltre, vi sono ragioni di coerenza del sistema, il quale, ex art. 2400, comma 1, c.c., prevede un fisiologico e limitato periodo di prorogatio dopo lo svolgimento dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio. Pertanto, la remunerazione dell’attività svolta dall’organo di controllo dopo la scadenza del suo mandato deve considerarsi – nei casi di prorogatio limitata ad un periodo naturale e contenuto – già compresa nella previsione relativa al compenso annuale fissato ab origine dall’assemblea dei soci in sede di nomina.