La veemenza e la gravità dei contrasti emersi all’interno del CdA fa apparire pienamente comprensibile e senz’altro “giustificata” la scelta delle dimissioni fatta dalla maggioranza dei membri del CdA, da intendersi come decisione unilateralmente assunta dai singoli amministratori nella propria esclusiva responsabilità; pertanto la conseguente decadenza di tutti i membri dell’organo, espressamente prevista dalla Statuto, non configura alcuna ipotesi di “revoca” di amministratori in carica, quale manifestazione di volontà effettivamente riferibile alla società di cui sarebbe stato legittimo pretendere adeguata motivazione.
Posto che la società quotata è tenuta a comunicare le vicende relative agli organi di governo della società e delle sue controllate, il comunicato stampa che si limiti a fare riferimento al sopravvenuto venir meno del “pactum fiduciae” non implica di per sé alcun giudizio di disvalore sulla persona dei consiglieri revocati.