La valutazione dell’attività inventiva ex art. 48 c.p.i. richiede che si individui l’anteriorità più prossima, e che, successivamente, si verifichi se il trovato in esame superi tale anteriorità per una soluzione che sia ovvia, o non sia ovvia, per l’esperto del ramo: solo nel secondo caso sussiste altezza inventiva. La anteriorità più prossima è quella che presenta la combinazione di caratteristiche più promettente come punto di partenza per uno sviluppo che conduca alla invenzione in esame. Ai sensi delle Linee Guida EPO, nella selezione della anteriorità più prossima la prima considerazione deve dirigersi alla somiglianza dello scopo o dell’effetto, rispetto all’invenzione. Nella pratica, in genere, tale anteriorità è quella che, oltre a corrispondere ad un uso similare, richiede il minimo di modificazioni strutturali e funzionali per approdare al trovato in esame. Le medesime linee guida prevedono poi che si individui il problema tecnico, che si ottiene esaminando le caratteristiche che differenziano la anteriorità più prossima dal trovato, identificando l’effetto tecnico derivante dalla diversità delle soluzioni, e così trovando il problema tecnico, ancora presente nella anteriorità, che con la nuova invenzione viene invece risolto.