I soci di una s.r.l. non possono mai essere obbligati a effettuare ulteriori apporti di capitale di rischio rispetto al conferimento inizialmente stabilito nell'atto costitutivo. È pertanto nulla per illiceità dell’oggetto quella delibera che - in caso di perdite (altro…)
La delibera con la quale i soci all’unanimità hanno approvato il finanziamento in conto capitale della società fa sorgere i capo agli stessi un’obbligazione che si estingue, in caso di mancato adempimento da parte dei soci, decorso il termine quinquennale di prescrizione di cui all’art. 2949, comma 1, c.c. Ai fini dell’utile interruzione della prescrizione ex art. 2943 c.c., nel caso di specie (altro…)
Il ricorrere delle condizioni di cui all'art. 2467 c.c. - necessarie per la postergazione dei finanziamenti erogati dai soci in favore della società - deve essere verificato con riferimento alla «genesi» del finanziamento e alla sua «causa concreta». (altro…)
L’immotivato rifiuto di pagare un debito liquido ed esigibile, il mancato deposito dell’ultimo bilancio d’esercizio e la cancellazione della società dall'elenco degli intermediari finanziari di cui all'art. 106 TUB giustificano l’accoglimento dell’opposizione del creditore (altro…)
In tema di azioni nei confronti dell’amministratore di società, a norma dell’art. 2395 cod. civ., il terzo (o il socio) è legittimato, anche dopo il fallimento della società, all’esperimento dell’azione (di natura aquiliana) per ottenere il risarcimento dei danni subiti nella propria sfera individuale, in conseguenza di atti dolosi o colposi compiuti dall’amministratore, solo se questi siano conseguenza immediata e diretta del comportamento denunciato (altro…)
L'individuazione della figura del c.d. amministratore di fatto presuppone lo svolgimento di funzioni gestorie in concreto, senza investitura formale, che abbiano carattere sistematico e non si esauriscano nel compimento di atti di natura "eterogenea ed occasionale".
L'art. 2476, co. 3, c.c., nella parte in cui prevede che "[il socio] può altresì chiedere, in caso di gravi irregolarità nella gestione della società, che sia adottato provvedimento cautelare di revoca degli amministratori medesimi", deve essere inteso come attributivo (altro…)
La mancata autorizzazione dell'amministrazione pubblica ex art. 53 d.lgs. n. 65/2001 ad un proprio dipendente per l'assunzione della carica di sindaco non concreta un'ipotesi di decadenza, differentemente da quanto previsto (altro…)
Ai fini dell'adozione del provvedimento cautelare di revoca degli amministratori di cui all'art. 2476 co. 3 c.c., è necessario verificare se la permanenza degli amministratori determini il pericolo di un danno grave alla società.
I soci amministratori di s.r.l. sono solidalmente responsabili del danno che abbiano illegittimamente causato alla società (successivamente fallita) per la prosecuzione dell'attività sociale nonostante la perdita (altro…)
Nell’ipotesi di deliberazione assembleare di s.r.l., la “assoluta mancanza di informazione” di cui al terzo comma dell'art. 2479 ter c.c. va riferita, in via sistematica, al procedimento di convocazione in senso proprio e si risolve nel medesimo vizio di nullità previsto dall'art. 2379 c.c. per le s.p.a., che ricorre nel caso della completa mancanza di convocazione, quando (altro…)
La qualità di amministratore di fatto può essere desunta attraverso indizi la cui valutazione è rimessa, ex art. 116 c.p.c., al prudente apprezzamento del giudice (nel caso di specie, è stata ritenuta idonea all’accertamento (altro…)