L’annullamento della deliberazione assembleare che preveda un irragionevole compenso dell’amministratore può rilevarsi sia sotto l’aspetto del conflitto di interessi, sia sotto quello dell’abuso di maggioranza.
In entrambe le fattispecie la valutazione rimessa al giudice si fonda sulla ragionevolezza della misura del compenso, da valutare in base (i) al fatturato e alla dimensione economica e finanziaria dell’impresa e (ii) in rapporto all’impegno richiesto per la gestione della società. Si tratta, pertanto, di un giudizio di carattere relazionale, volto alla verifica della pertinenza, proporzionalità e congruenza del compenso rispetto alla natura e all’ampiezza dei compiti dell’amministratore, in virtù della situazione patrimoniale e finanziaria della società e del compenso corrente nel mercato per analoghe prestazioni.