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Tribunale di Milano, 30 Ottobre 2023

La forma estetica di un prodotto: disegno comunitario, concorrenza sleale e diritto d’autore

Tribunale di Milano, 30 Ottobre 2023
La forma estetica di un prodotto: disegno comunitario, concorrenza sleale e diritto d’autore

L’accertamento della violazione di un disegno o di un modello comunitario registrato deve essere condotto avuto riguardo all’impressione generale ingenerata nel cd. “utilizzatore informato”, ove si considera “utilizzatore informato” la persona atta ad esercitare un’attenzione particolarmente diligente con riguardo alla tipologia di prodotti nei quali il disegno o il modello è destinato ad essere incorporato, distinguendosi così dal “consumatore medio”, da un lato, e dalla “persona dotata di competenze tecniche approfondite”, dall’altro. Pertanto, qualora le linee estetiche, più visibili, del prodotto e quelle dei modelli registrati risultino essere radicalmente differenti agli occhi dell’“utilizzatore informato”, bisognerà escludersi qualsiasi configurabilità di una medesima impressione generale e, perciò, della sussistenza di una violazione.

In tema di concorrenza sleale per imitazione servile, la capacità distintiva, che deve essere posseduta dalla forma estetica di un prodotto, rilevante ai sensi dell’art. 2598 c.c., n. 1, è quella necessaria da consentire un immediato collegamento, in capo al cd. “utilizzatore di media esperienza”, tra tale forma e la provenienza del prodotto, proprio perché in caso di imitazione servile potrebbe insorgere, nello stesso, una confusione circa l’origine del prodotto nel mercato di riferimento. Invece la concorrenza sleale per appropriazione dei pregi dei prodotti o dell’impresa altrui, di cui all’art. 2598 c.c., n. 2, non consiste nell’adozione, sia pur parassitaria, delle forme estetiche già usate da un prodotto di un’altra impresa, che può dar luogo alla predetta fattispecie di concorrenza sleale, ma ricorre quando un imprenditore, in forme pubblicitarie o equivalenti, attribuisce ai propri prodotti o alla propria impresa pregi, quali ad esempio riconoscimenti, requisiti, virtù, da essi non posseduti, ma appartenenti a prodotti o all’impresa di un concorrente, in modo da perturbare la libera scelta dei consumatori.

La protezione offerta dal diritto d’autore appare doversi riservare ai soli oggetti che meritano di essere qualificati come “opere”, in quanto rivelino il requisito dell’originalità e siano altresì espressione della creatività dell’autore. Pertanto, dal momento che l’effetto estetico di un prodotto è il risultato di una sensazione intrinsecamente soggettiva della bellezza, percepita da chiunque sia chiamato ad osservarlo, esso non consente, di per sé, né di caratterizzare l’esistenza di un oggetto identificabile con sufficiente precisione e oggettività, né di conoscere se l’oggetto costituisca una creazione intellettuale che riflette la libertà di scelta e la personalità del suo autore, soddisfacendo il predetto requisito dell’originalità.

Data Sentenza: 30/10/2023
Carica: Presidente
Giudice: Claudio Marangoni
Relatore: Stefano Tarantola
Registro: RG 13945 / 2023
Allegato:
Stampa Massima
Data: 04/10/2025
Massima a cura di: Cristina Fucilitti
Cristina Fucilitti

Laureata con la votazione di 110/110 cum laude e menzione di stampa, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino, con una tesi dal titolo “La tutela del diritto d’autore online: il ruolo delle autorità amministrative”. Appassionata delle tematiche della proprietà intellettuale e del diritto delle nuove tecnologie, ha frequentato, a Ginevra, la WIPO Academy Summer Schools on Intellectual Property Law, organizzata in collaborazione con l’Università di Ginevra, e la Summer School su “AI and Law”, a Firenze, organizzata dall’ EUI (European University Institute). Ha collaborato nella redazione di note sentenze con le riviste giuridiche Giurisprudenza Commerciale e Giurisprudenza Italiana.

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