In materia di proprietà industriale per radicare la competenza -nell'ipotesi di più soggetti chiamata a rispondere del fatto illecito- occorre avere riguardo esclusivamente al fatto lesivo, indipendentemente dal criterio, non richiamato, dell'art. 33 c.p.c., che consente di proporre la controversia innanzi al foro generale di uno dei convenuti, derogando al foro generale degli altri. (altro…)
Ai fini dell'impugnazione della relazione dell'esperto per manifesta iniquità o erroneità in sede di determinazione del valore della partecipazione azionaria non è sufficiente allegare l'utilizzo da parte dell'esperto stesso del mero criterio patrimoniale semplice, in quanto detto modello teorico, in piena conformità alle prescrizioni di legge, è in grado di tener conto sia del profilo patrimoniale che di quello reddituale, (altro…)
E' infondata la domanda di "nullità derivata" di una assemblea riunita in seconda convocazione, laddove parte attrice non alleghi i fatti che inficerebbero detta convocazione, atteso che non basta l'affermazione della nullità della prima convocazione, (altro…)
La parte di un accordo transattivo che non assume un comportamento secondo buona fede nell'esecuzione dello stesso, non prestando la propria collaborazione alla tempestiva definizione transattiva della controversia pendente con il fallimento, (altro…)
Al custode di partecipazioni sociali spettano tutti i diritti inerenti al fascio di rapporti che legano il socio alla società e, tra di essi, il diritto di ispezione ex art. 2476, 2° comma, c.c. .
La competenza a pronunciarsi in relazione alla domanda di manleva è attratta dalla competenza del Tribunale fallimentare ai sensi dell'art. 24 l. fall. che si applica a tutte le azioni che derivino dal fallimento. In particolare, al concetto di «derivazione» deve attribuirsi l'ampio significato di incidenza sul patrimonio del fallito laddove l'azione sia diretta ad un prelevamento sull'attivo fallimentare che non può attuarsi se non attraverso il procedimento di verifica del passivo.
È tutelabile ex art. 700 c.p.c. la richiesta del titolare di rientrare in possesso dell’azienda illegittimamente alienata da terzo privo dei poteri necessari, qualora la tutela interinale così richiesta non sia soltanto quella della custodia della res litigiosa, bensì anche quella dell'evitare un danno reale per la indisponibilità del reddito, che il protrarsi della causa inevitabilmente comporterebbe, facendo così emergere un danno non meramente economico ma esistenziale.
Gli amministratori sono responsabili del pregiudizio economico subito dalla società per le operazioni concluse in conflitto d'interessi.
Il principio di insindacabilità ex post delle scelte gestorie trova il proprio limite nel rispetto da parte degli amministratori dei vincoli statutari e di legge e della diligenza richiesta nel perseguimento dell'interesse sociale.
E' nulla la clausola negoziale con cui la società si impegna preventivamente a non esercitare l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori, (altro…)
La delibera consiliare della SGR con cui viene approvato il rendiconto del fondo gestito (nella specie immobiliare chiuso) può essere impugnata per vizio di nullità da chiunque vi abbia interesse, e quindi certamente anche dai quotisti del fondo. (altro…)
La disposizione dell’art. 38 comma 2 c.p.c., a mente del quale “quando le parti costituite aderiscono all’indicazione del giudice competente per territorio, la competenza del giudice indicato rimane ferma se la causa è riassunta entro tre mesi dalla cancellazione della stessa dal ruolo”, è applicabile anche al caso in cui l’attore aderisca all’eccezione di incompetenza sollevata dal convenuto per essere competente l’arbitro in ragione di clausola statutaria.
Esula dall’oggetto del giudizio cautelare radicato ex art 2476, comma 6, c.c. la valutazione di eventuali responsabilità dell'amministratore per un qualsivoglia pregiudizio arrecato al patrimonio sociale che possa precludere il soddisfacimento delle ragioni di credito invocate dal ricorrente, posto che l’art. 2476, comma 6, c.c. sancisce il diritto del singolo socio o del terzo al risarcimento del solo danno diretto arrecato al proprio patrimonio personale da atti colposi o dolosi degli amministratori. (altro…)