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Deliberazione assembleare impugnata sostituita da un’altra presa in conformità della legge e dello statuto
L’art. 2377, co. 8, c.c., sebbene dettato con riferimento alle società per azioni e alle deliberazioni impugnabili, è espressione di...

L'art. 2377, co. 8, c.c., sebbene dettato con riferimento alle società per azioni e alle deliberazioni impugnabili, è espressione di un principio generale che può essere esteso - nei limiti della compatibilità - anche alle deliberazioni delle società a responsabilità limitata, dei condomini di edifici e delle associazioni non riconosciute.

Nel giudizio di impugnazione di una deliberazione assembleare si verifica la cessazione della materia del contendere ove risulti che, successivamente, l'assemblea (regolarmente convocata) abbia validamente deliberato sugli stessi argomenti della deliberazione impugnata. Dalla nuova deliberazione deve risultare, almeno implicitamente, la volontà dell'assemblea di sostituire la deliberazione invalida, ponendo in essere un atto sostitutivo di quello invalido ed una rinnovazione con efficacia ex tunc. Il giudice è tenuto a verificare che con la nuova deliberazione sia stata rimossa la causa di invalidità della deliberazione precedente. Tale accertamento ha natura incidentale nel caso in cui contro la nuova deliberazione non sia stata proposta alcuna autonoma impugnazione.

 

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Azione di responsabilità del curatore ex art. 146 l.f.: dies a quo del termine di prescrizione, acquisto dei beni appartenenti ai soci da parte della società e amministratori non operativi
Al fine di consentire il decorso del termine prescrizionale, è necessario che l’insufficienza del patrimonio netto a far fronte alle...

Al fine di consentire il decorso del termine prescrizionale, è necessario che l’insufficienza del patrimonio netto a far fronte alle esigenze dei creditori sia manifesta per i creditori medesimi.  E'  proprio la mancata osservanza dei principi di corretta predisposizione del bilancio di esercizio che non consente ai creditori di acquisire notizia della condizione patrimoniale della società con la conseguenza che solo a seguito dell'emersione dell'insolvenza e della reale situazione patrimoniale e finanziaria il termine di prescrizione inizia a decorrere. (altro…)

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Poteri di acquisizione del CTU nel giudizio instaurato con azione di responsabilità del curatore ex art. 146 l.f.
Il CTU può acquisire produzioni documentali costituenti dati tecnici di riscontro alle affermazioni e produzioni documentali delle parti, indicando la...

Il CTU può acquisire produzioni documentali costituenti dati tecnici di riscontro alle affermazioni e produzioni documentali delle parti, indicando la fonte di acquisizione per consentire alle stesse di verificarne l’esatto e pertinente prelievo. E’ dunque consentito al CTU, ove egli lo reputi necessario, acquisire documenti in genere pubblici [nella specie, i bilanci] non prodotti dalle parti e che tuttavia siano necessari per portare a termine l’indagine e per verificare sul piano tecnico se le affermazioni delle parti siano o meno corrette.

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Impugnativa della delibera assembleare di aumento del capitale sociale di s.p.a.
La decisione di abbattere e poi ricostituire il capitale all’elevato importo originario non pare né violativa dell’art. 2446 c.c. (costituendo...

La decisione di abbattere e poi ricostituire il capitale all'elevato importo originario non pare né violativa dell'art. 2446 c.c. (costituendo anzi l'archetipo dei provvedimenti a tal fine previsti dal codice), né incongrua. (altro…)

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L’irrilevanza della spedizione di copia dell’atto all’indirizzo di posta elettronica indicato dalla controparte al fine di determinare il tempestivo deposito di un atto in giudizio
La spedizione di copia dell’atto all’indirizzo di posta elettronica indicato dalla controparte costituisce adempimento informale che non assolve in alcun...

La spedizione di copia dell'atto all'indirizzo di posta elettronica indicato dalla controparte costituisce adempimento informale che non assolve in alcun modo all'onere del deposito in cancelleria, non dovendosi confondere la norma processuale contenuta nell'art. 170 c.p.c. sulle comunicazioni alle parti costituite dei c.d. biglietti della cancelleria, con quella relativa ai depositi nella stessa (cancelleria) mediante i quali deve tassativamente avvenire la partecipazione all'ufficio giudiziario degli atti di parte; pertanto l'attore deve ritenersi decaduto dalla facoltà di "indicazione dei mezzi di prova e produzioni documentali" per non aver ritualmente depositato la rispettiva memoria nel termine assegnato.

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Questioni in materia di impugnazione del bilancio e sostituzione di delibera assembleare invalida
E’ infondata l’eccezione in virtù della quale l’impugnativa del bilancio proposta nell’anno in cui il bilancio medesimo è stato approvato...

E' infondata l’eccezione in virtù della quale l’impugnativa del bilancio proposta nell’anno in cui il bilancio medesimo è stato approvato sarebbe improcedibile a seguito dell’approvazione del bilancio relativo all’esercizio successivo (altro…)

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Sopravvenienza dei fatti e allegazioni e produzioni tardive
Quando un’istanza è riferita ad allegazioni e produzioni tardivamente dedotte oltre i termini perentori di cui all’art. 183, co. 6,...

Quando un’istanza è riferita ad allegazioni e produzioni tardivamente dedotte oltre i termini perentori di cui all’art. 183, co. 6, nn. 1 e 2, c.p.c., la sopravvenienza dei fatti non può giustificarne l’allegazione e la produzione tardiva salvo l’ipotesi in cui, ex art. 153, co. 2, c.p.c., la decadenza sia intervenuta per causa non imputabile alla parte istante.

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Transazione parziale e responsabilità ex art. 96 c.p.c. nell’ambito di un giudizio di accertamento della responsabilità dei componenti degli organi di amministrazione e controllo di una società di capitali
Nell’ambito del giudizio di accertamento della responsabilità dei componenti degli organi di amministrazione e controllo di una società di capitali,...

Nell’ambito del giudizio di accertamento della responsabilità dei componenti degli organi di amministrazione e controllo di una società di capitali, le transazioni stipulate da alcuni soltanto dei convenuti con l’attore hanno natura parziaria, essendo riferite alle sole quote ideali di responsabilità imputabili ai convenuti transigenti rispetto al complessivo debito risarcitorio gravante, in via solidale, su tutti i convenuti in relazione ai titoli dedotti a sostegno della domanda risarcitoria. Di conseguenza, posto che la transazione parziale determina lo scioglimento della solidarietà passiva rispetto al debitore che vi aderisce e tenuto conto del fatto che essa non può condurre ad un incasso superiore rispetto all'ammontare complessivo del credito originario, né determinare un aggravamento della posizione dei condebitori rimasti ad essa estranei, neppure in vista del successivo regresso nei rapporti interni, nel caso in cui i debitori transigenti abbiano versato una somma pari o superiore alla quota ideale di debito ad essi imputabili, il debito residuo dei debitori non transigenti si riduce in misura corrispondente all'ammontare di quanto pagato dai condebitori in forza della transazione.

Sussiste la responsabilità processuale aggravata ex art. 96 c.p.c. del convenuto che, nel corso del giudizio, dopo aver presentato, congiuntamente agli altri convenuti, una proposta transattiva, si sia immotivatamente reso indisponibile a concludere le trattative, costringendo gli altri convenuti a negoziare una diversa proposta transattiva e dilatando ingiustificatamente la durata del giudizio.

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Responsabilità dell’amministratore delegato di una s.p.a., poi fallita, per la prosecuzione dell’attività sociale in violazione degli artt. 2485 e 2486 c.c. e quantificazione del danno risarcibile
Nell’ambito del giudizio di accertamento della responsabilità degli amministratori di una società, stante la natura pacificamente contrattuale dell’azione, spetta all’attore...

Nell’ambito del giudizio di accertamento della responsabilità degli amministratori di una società, stante la natura pacificamente contrattuale dell’azione, spetta all’attore allegare l’inadempimento, indicando il singolo atto gestorio che si pone in violazione dei doveri imposti dalla legge o dallo statuto e il danno derivante da tale inadempimento, mentre è onere dell’amministratore convenuto contrastare lo specifico addebito, fornendo la prova dell’esatto adempimento.

In capo all’amministratore che ricopre l’ufficio di amministratore delegato grava l’onere della piena conoscenza della situazione economico-patrimoniale della società e, per l’effetto, l’onere della attenta e tempestiva verifica dei dati contabili relativi agli esercizi precedenti.

In presenza di situazioni di illecita prosecuzione dell’attività di impresa e della conseguente difficoltà di ricostruire ex post il risultato netto (costi/ricavi) di singole operazioni non conservative, è possibile procedere alla determinazione del danno mediante criteri presuntivi o equitativi e, in particolare, mediante il criterio della c.d. differenza dei netti patrimoniali, che consiste nella comparazione dei patrimoni netti (determinati secondo criteri di liquidazione, previa, se del caso, rettifica delle voci di bilancio scorrette) registrati alla data della (doverosa) percezione del verificarsi della causa di scioglimento da parte degli organi sociali e alla data di messa in liquidazione della società (o di fallimento della stessa) e consente, quindi, di apprezzare in via sintetica ma plausibile l’effettiva diminuzione subita dal patrimonio della società per effetto della ritardata liquidazione (o dichiarazione di fallimento).

Con il danno determinato in virtù del criterio c.d. della differenza dei netti patrimoniali non concorre quello eventualmente derivante da singole operazioni compiute dall’amministratore in violazione dei doveri di corretta e diligente gestione, atteso che il risultato negativo delle stesse è già compreso nella perdita netta che si ricava confrontando il patrimonio della società al tempo in cui essa avrebbe dovuto essere posta in liquidazione e il momento dell’effettiva interruzione dell’attività sociale.

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Cause di esclusione del socio di s.r.l. ed impugnazione delle relative delibere assembleari
L’instaurazione del contenzioso per la pronuncia di declaratoria di invalidità della delibera di esclusione, che tuttavia sia successivamente revocata, determina...

L’instaurazione del contenzioso per la pronuncia di declaratoria di invalidità della delibera di esclusione, che tuttavia sia successivamente revocata, determina la cessazione della materia del contendere relativamente alla domanda in oggetto: la delibera successiva, infatti, costituisce (altro…)

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Il difetto di interesse ad agire per la rettifica dei bilanci successivi a quello oggetto di impugnazione
L’instaurazione del contenzioso per la pronuncia di declaratoria di invalidità della delibera di esclusione, che tuttavia sia successivamente revocata, determina...

L’instaurazione del contenzioso per la pronuncia di declaratoria di invalidità della delibera di esclusione, che tuttavia sia successivamente revocata, determina la cessazione della materia del contendere relativamente alla domanda in oggetto: la delibera successiva, infatti, costituisce (altro…)

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Società in house: requisiti e giurisdizione
La Corte dei conti ha giurisdizione sull’azione di responsabilità esercitata dalla Procura della Repubblica presso la Corte quando tale azione...

La Corte dei conti ha giurisdizione sull'azione di responsabilità esercitata dalla Procura della Repubblica presso la Corte quando tale azione sia diretta a far valere la responsabilità degli organi sociali per i danni da essi cagionati al patrimonio di una società "in house", così dovendosi intendere quella costituita da uno o più enti pubblici per l'esercizio di pubblici servizi, di cui esclusivamente i medesimi enti possano essere soci, che statutariamente esplichi la propria attività prevalente in favore degli enti partecipanti e la cui gestione sia per statuto assoggetta a forme di controllo analoghe a quello esercitato dagli enti pubblici sui propri uffici (così anche SS.UU 26283/13).

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